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Matteo Curallo, l'artista che veste di note i grandi dell'Arte

Cinema

Fabrizio Basso

Matteo Curallo

Raffaello, Caravaggio e Michelangelo, Firenze e gli Uffizi con San Pietro e le basiliche papali: se oltre alla forza dell'arte hanno una colonna sonora lo si deve a Matteo Curallo, che è anche un autore per Sugar Music. E' lui che ha vestito di musica i viaggi, umani e artistici, di Sky. Lo abbiamo intervistato

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(@BassoFabrizio)

Coraggio e follia, fantasia e senso della realtà, chiudere gli occhi, cercare il silenzio e tendere la mano a Caravaggio, a Raffaello, a Michelangelo, tendere una mano e portare la gente a visitare Firenze e gli Uffizi, San Pietro e le Basiliche Papali: Matteo Curallo è un viaggiatore nel tempo. Stende il suo tappeto magico fatto di note e popola mondi che da secoli vivono solo tra cornici e mura di musei, tra pagine di libri e lezioni scolastiche. Le sue musiche originali sono un fiore all'occhiello di Sky. Per il cinema dal 2015 ha fatto suonare per Sky molti film d’arte usciti in sessanta paesi nel mondo: Firenze e gli Uffizi in 3D/4k, San Pietro e le Basiliche Papali di Roma 3D, Raffaello, il Principe delle Arti in 3D. Il suo itinerario si allunga in altre due stazioni, sempre griffate Sky/Magnitudo: Caravaggio, l’Anima e il Sangue e Michelangelo Infinito. Nel novembre 2017 ha prodotto e co-firmato il brano The Place, colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Genovese. Ha collaborato con Boosta dei Subsonica alla colonna sonora di 1992 (Sky Atlantic) e ha scritto le musiche di Pericolo Verticale, factual-serie in 8 puntate sull'elisoccorso alpino della Valle D'Aosta (Sky Uno). L'elenco è parziale...ma è il momento di lasciare la parola a lui!

Matteo Curallo come ci si approccia a certi nomi e luoghi?
Con rispetto e incoscienza.
Come si mette la musica sui capolavori?
Si punta a una attitudine emotiva che faccia germogliare un nuovo modo di accedere a quelle opere. Si adotta un linguaggio musicale contemporaneo con sfumature cinematografiche.
Parliamo un po' di Caravaggio?
E' il personaggio che ci ha permesso di osare di più. Soprattutto nella descrizione del mondo interiore: musiche distorte, sintetizzatori, percussioni. Senza rinunciare, quando è necessario, ad archi e melodia. Si crea così un equilibrio che fa respirare il pubblico.
Quanto contano le opere nella fase creativa?
Molto. C'è una parte legata alle opere e una alla vita. Mi faccio ispirare per raccontare le emozioni che si nascondono dietro il quadro. Ma bisogna non perdere la rotta e caratterizzare il personaggio.
Nel caso del Caravaggio?
Vita e tormenti: i protagonisti sono loro. E' una figura potente per la sua vita, per il suo essere spigoloso, sanguigno. Tutto ciò lo rende ancora più affascinante.
Michelangelo?
Ha altri tormenti, più legati alla ricerca artistica che lo spinge verso l'infinito.
Raffaello?
E' in armonia col suo tempo. Un uomo di successo, amato dalle donne, dai Papi ma morto giovane. Qui l'aspetto emotivo. Posso aggiungere una cosa?
Certo.
In queste avventure sono stato accompagnato dalla sensibilità di Luca Viotto, una persona speciale che ci ha lasciati e che manca a tutti.
Vera verità. Le colonne sonore quanto sono importanti?
Sono fondamentali perchè loro portano all'esigenza di variare. Sono il territorio più adatto per mettere a frutto la gavetta. Ti confronti con più generi, io sono ricorso, di esperienza in esperienza, a dance ed EDM (Electronic Dance Music, ndr), a sonorità western ed elettronica.
Come sceglie i progetti?
Più che scegliere mi piace lasciarmi sorprendere dalla proposte.
Invece come sorprenderà noi prossimamente?
Guardi, in questa fase della mia vita voglio scrivere canzoni. Mi piace confrontarmi con altri autori e rimettere mano alle canzoni.
Un consiglio?
Quella che mi ha accompagnato nei miei pellegrinaggi artistici con Sky: rispetto e incoscienza.