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Diego Tortelli, coreografo: "La La Land ci restituisce il mito di Hollywood"

Cinema

Fabrizio Basso

Emma Stone e Ryan Gosling, la Coppa Volpi a Venezia, sei Oscar e sette Golden Globe...sono solo alcuni dei numeri di La la Land, in arrivo su Sky Cinema Uno lunedì 26 luglio alle 21.15 e su Sky Cinema Oscar® alle 21,45. Nell'attesa abbiamo intervistato, per parlare del film, di musical, di danza e di arte, Diego Tortelli, danzatore e coreografo di caratura internazionale, una eccellenza italiana accompagnata nel suo percorso creativo dalla Fondazione Nazionale della Danza

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(@BassoFabrizio)

Un film che ha ricreato la Hollywood aurea degli anni Sessanta e Settanta. Arriva lunedì 26 febbraio alle ore 21.15 su Sky Cinema Uno e su Sky Cinema Oscar® alle 21,45, in prima tv, La La Land, il film di Damien Chazelle con Emma Stone e Ryan Gosling che, tra i tanti riconoscimenti messi in bacheca, può vantare la Coppa Volpi a Venezia, sei Oscar e sette Golden Globe. Per entrare nell'anima di questo musical abbiamo intervistato un danzatore e coreografo che l'estero ci invidia. Lui si chiama Diego Tortelli e ha studiato prima presso lo STUDIO 76 di Brescia, poi all'Accademia Nazionale di Danza di Roma e infine presso l’ Accademia Teatro alla Scala. Inizia la sua carriera a Valencia, con il Ballet de Teatres viene poi invitato da Gustavo Ramirez a unirsi alla compagnia Luna Negra Chicago. Nel 2012 si unisce a Le Ballet National de Marseille/ Frederic Flamand. Dal 2015 lavora come freelancer per Munich Opera, BOD/Richard Siegal, Korzo Theater, La Veronal. Il suo lavoro come coreografo lo ha portato a creare: Descamino de Dos per INTRODANS e CND Madrid insieme a Mattia Russo con cui fonda successivamente l'associazione culturale KOR’SIA con anche Antonio de Rosa e Giuseppe Dagostino, successivamente ha creato Recapitulo per MCA di Chicago, We are all sanpaku con il musicista Emanuele Maniscalco, Carmen Suite per EKO Dance Project, Vox multitudinis per il Teatro Massimo di Palermo, Vitreae Vultus per il festival MILANoLTRE, Cursus per Palcoscenico Danza Torino sempre per l'EKO Dance Project. Nel 2017 ha creato Bella Addormentata per il Balletto di Toscana Junior. Attualmente sta lavorando a Lorca sono tutti per MILANoLTRE 2018 e Domus Aurea per la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto. L'INTERVISTA

 

Diego la sua opinione su La La Land?
Un film fantastico con quella sfumatura vintage che ci ha riportato nella epoca d'oro di Los Angeles e Hollywood.
Cosa la ha affascinanata?
La fotografia e l'uso della telecamera. Prendiamo la scena della piscina: la telecamera muove l'occhio del pubblico, sposta tutti gli elementi. E' come se chi guarda ha un occhio che danza. Ci aggiungo l'utilizzo straordinario dei colori.
I protagonisti?
Guardi io non amo Emma Watson come attrice ma stavolta è stata straordinaria. Ha una capacità dell'utilizzo della voce che mi ha ricordato la Nicole Kidman di Moulin Rouge. Per un'opera come La La Land servono attori molto duttili, la Watson si è dimostrata tale.
La duttilità nell'arte è un concetto universale?
In Europa c'è ma spesso restiamo settoriali.
Che intende?
non abbiamo una Juilliard School, non ci sono scuole che ti formano all'arte a tutto tondo. La duttilità resta sovente settoriale e significa che uno che fa danza classica può cimentarsi in danza hip hop o in un tango.
La magia in più di La La Land?
La ricerca del successo, l'amore e quel finale per nulla scontato che ci dona il respiro del cinema più autentico. Un ricordo della Hollywood anni Cinquanta.
La La Land ha un respiro teatrale?
La danza del film non è quella che si vede a teatro ma il futuro del teatro è fare muovere l'occhio del pubblico per cui il teatro dovrà prendere ispirazione dal cinema. Sono strade diverse che aprono possibilità immaginative e visioni estetiche differenti.
Lei è danzatore e coreografo.
Nasco per la danza, l'essere coreografo arriva dopo, forse mi è mancato un po' di coraggio inizialmente ma ora sono pronto e maturo.
Sta lavorando a Lorca sono tutti per MILANoLTRE 2018.
E' una piattaforma di ricerca su Milano con la quale ho un accordo triennale. Ora Lorca, poi vorrei creare qualcosa sul Bernini. Il terzo anno...ci penserò.
Come è il suo Lorca?
Un lavoro dedicato a lui e non a una sua opera. Dedicato alla sua voce, al suo volto, al suo corpo. Un approccio molto cinematografico per raccontare l'uomo e l'artista e non solo l'autore.
Poi c'è Domus Aurea per la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto.
Dentro si respirano le Suite Francesi di Bach che realizzo col light designer Carlo Cerri e con l'architetto Massimo Uberti. Si basa su quattro elementi che sono costruzione, cedimento, distruzione e rinascita. In fin dei conti la Domus Aurea la costruiamo per noi.
Guardando oltre?
Uno spettacolo per Monaco che si chiamerà Shifting Perfetti, con danzatori in un cubo di seta. Ma ne riparleremo.