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Wilson, il film tratto dalla graphic novel

Cinema

Martedì 20 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, WILSON di Craig Johnson con Woody Harrelson e Laura Dern.

Woody Harrelson dà vita al personaggio introverso e nevrotico nato dalla graphic novel di Daniel Clowes. Wilson trascorre una vita solitaria ma, quando suo padre muore, sente l’esigenza di ritrovare il rapporto con l’ex moglie (Laura Dern), lasciata molti anni prima perché alle prese con la droga e una gravidanza non desiderata. Troverà una donna rinnovata e soprattutto una figlia che ha bisogno di lui.

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Wilson vive a Minneapolis e conduce una vita di grande solitudine. La periferia nordamericana viene scelta come teatro di profonda alienazione esistenziale e di estrema fatica per quanto riguarda l’inserimento sociale. Wilson è un uomo problematico, non sa come ci si comporta con gli altri. Appare sempre in difficoltà quando cerca di rivolgersi alle persone, soprattutto se si tratta di sconosciuti. Sembra che l’unico suo obiettivo sia quello di fare perdere il buon umore, senza motivo, a tutti quelli che incontra. Quando muore il padre, malato da tempo, si ritrova completamente solo e senza riferimenti. Decide quindi di andare alla ricerca della ex moglie, lasciata molti anni prima, a causa della sua tossicodipendenza. Trova una donna cambiata e scopre di avere una figlia che ha bisogno di sostegno. Per il nevrotico misantropo spunta un timido raggio di speranza, il presagio di una nuova felicità. L’uomo mette tutto il suo impegno per costruire un buon rapporto con la ragazza e scopre in questo nuovo legame una rinnovata gioia di vivere.

Woody Harrelson interpreta magnificamente il protagonista di questa commedia drammatica riuscendo a caratterizzare al meglio il suo personaggio, che ama il suo cane e odia la tecnologia perché considera fallimentare il tentativo di far sentire le persone sole meno sole attraverso web e social. A tratti grottescho, a tratti riflessivo, Wilson è un film vero e concreto e che fa riflettere molto su alcuni contesti sociali americani (e non solo).

La materia originale è quella della graphic novel di Daniel Clowes che, nell’ideazione della novel, ha tratto ispirazione dalla sua esperienza personale: “Mio padre era in ospedale con un cancro terminale, proprio come Wilson all'inizio del film. Ero seduto al suo capezzale, contemplavo il vuoto e volevo solo essere in quella stanza in sua compagnia. Avevo portato con me il mio piccolo taccuino e, per scacciare la noia, ho iniziato a realizzare piccoli fumetti leggeri e divertenti. Pian piano, tra i vari personaggi, ne è emerso uno che ha preso il sopravvento: si trattava di un omone che diceva sempre la verità, anche quando nessuno voleva sentirla. Sono rimasto particolarmente colpito da come è nato... Wilson è sui generis, volutamente sopra le righe, ma è anche un uomo solo che sta ancora cercando la sua strada nella vita. Il nome proviene da un ragazzo, mai incontrato, di cui mi parlava sempre un mio amico al college... ancora oggi non so se Wilson era il suo nome di battesimo o il suo cognome! Dopo la pubblicazione del romanzo a fumetti, il regista Alexander Payne  ne ha opzionato i diritti per una trasposizione cinematografica…”