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Cinepop: intervista a Max Croci, il regista delle emozioni

Cinema

Fabrizio Basso

Il regista Max Croci durante le riprese del programma Cinepop

Si chiama Cinepop e ogni sera, alle ore 21, porterà su Sky Cinema Uno tutta l'effervescenza del cinema. Il regista è Max Croci. Ogni mese avrà una nuova conduttrice (si parte con Sarah Felberbaum). Lo abbiamo incontrato e intervistato

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Empatia e simpatia. Da trasmettere attraverso un appuntamento che si chiama Cinepop e che ogni sera, alle 21.00 porterà su Sky Cinema Uno tutta l'effervescenza della settima arte. Il regista di questo angolo di cinema è Max Croci. Ogni mese avrà una nuova conduttrice, ogni sera nuove emozioni da trasmettere. Lo abbiamo incontrato e intervistato.

Partiamo dai suoi primi tre lungometraggi, uno all'anno a partire dal 2015. Il primo è Poli Opposti con Sarah Felberbaum, prima conduttrice di Cinepop. Un film sui binari antipatia-attrazione
.
Cercavamo una protagonista femminile, Luca Argentero era già sul progetto. Abbiamo fatto il provino a 3 attrici e Sarah è stata brillantissima, dura ma tenera in cuor suo, perfetto per il ruolo di un avvocato divorzista molto antipatico ma colmo di affetto materno.

Poi ha girato Al posto tuo sullo scambio delle vite. Il terzo è La verità vi spiego sull’amore, sulla fine di una relazione e i figli che ne sono coinvolti. Lei ama declinare l'amore.
L’amore è un tema che ho sempre amato trattare, offre molti spunti, tutti noi siamo stati corteggiati e lasciati. Il pubblico si immedesima, mettere in scena il sentimento è una bella sfida. E' stato stimolante giocare sulla battaglia dei sessi, un tema molto americano, uomini contro donne e la lotta per la supremazia. Diciamo che il mio secondo film è una comedy classica, il terzo entra nella fine di un amore, situazione che spesso non è trattata al cinema: c'è la presa di coscienza che un amore può finire.
Oggi l'amore è sui social.
C'è il tentativo del linguaggio di avvicinarsi all'amore 2.0. Oggi si sviluppa sui social, anche per gli adulti.
Cosa l'affascina di Cinepop?
Mi diverte l'idea di poter raccontare il cinema e prendersi anche un po’ in giro, lo studio è retro-future, ha un gusto da piccola videoteca anni Ottanta con manifesti che vanno da Colazione da Tiffany a Pulp Fiction.
Le piace il nome?
Cinepop è stata la mia prima scelta, sono contento che è stato approvato.
Ogni mese cambia la conduttrice.
La regia televisiva è diversa da quella cinematografica, stiamo sperimentando e ci divertiamo col linguaggio. Per la nostra formula definirle conduttrici è poco; sono qualcosa di più. E' bello che prendano per mano il pubblico.
L'ingrediente in più?
Cerchiamo di metterci un po’ di ironia, Sarah, e chi verrà dopo di lei, sarà un po' commessa, un po' presentatrice e un po' videotecara. Un po’ della sua vita deve interagire con ciò che racconta: manderà sms, guarderà il tablet e si farà anche un po' di affari suoi.
Dal suo primo corto Queen be al primo lungometraggio Poli opposti sono passati venti anni esatti.
Ho tentato di fare già lungometraggi anche prima del 2015 ma sappiamo che non è così facile. Diciamo che ho fatto una gavetta di 20 anni.
C’è un momento in cui si è scoperto innamorato del cinema?
Il periodo storico di quando ero ragazzino, la tv ha fatto da Cupido: i classici americani sono arrivati attraverso il piccolo schermo.
Registi cult?
Alfred Hitchcock, George Cukor, Billy Wilder e Howard Hawks
In un thriller la vedrebbe bene Sarah Felberbaum?
Eccome. Un film tipo Sei donne per l’assassino!

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