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È morto Johnny Hallyday, il corsaro del Rock'n'Roll

Cinema

Fabrizio Basso

Johnny Hallyday all'epoca di "De l'amour"

Se ne è andato, all'età di 74 anni, Johnny Hallyday, un mito per i francesi, un grande per tutti. Attore e rocker, è stato tra i primi a portare in Francia quella rivoluzione chiamata rock'n'roll. Il nostro ricordo mentre questa sera (6 dicembre) in seconda serata alle 23.20 su Sky Cinema Classics vedremo Gli Specialisti

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(@BassoFabrizio)

E chi se lo dimentica lo sguardo torbido su quella pelle di cuoio e quella barba da moschettiere. Si è parlato di musica, quel giorno di qualche anno fa, con Johnny Hallyday in un hotel milanese. Ma quella era soltanto una delle tante facce di un uomo che per quasi cinquant'anni ha incarnato, insieme a Jean Paul Belmondo e Alain Delon, il fascino del maschio d'Oltralpe. Forse la sua popolarità ha inciampato un po' sulle Alpi e un po' sui Pirenei, non è volata alta sul mondo come quella degli altri due, ma fin dove regnava l'Eliseo, monsieur Hallyday era un mito.

Quando è nato, il 15 giugno 1943 a Parigi, la Francia non attraversava uno dei suoi momenti migliori. C'era la guerra quando è arrivato Jean-Philippe Smet, questo il vero nome. Poi scoppia la pace, la Francia è tra i vincitori e lui decide che Johnny è meglio di Jean e Hallyday, il cognome dei cugini, suona meglio di Smet. Soprattutto se vuoi fare rock'n'roll. Non è stato il primo a importarlo nel suo paese, ma di certo è stato tra i primi. Nel 1960 pubblica Hello Johnny e inizia così una carriera unica, della quale ricordiamo alcuni momenti che non tramonteranno: il concerto davanti alla Tour Eiffel, il concerto con i Rolling Stones e i duetti con i nostri Zucchero e Laura Pausini. Ha venduto oltre cento milioni di dischi.

Un personaggio così fascinoso e conturbante non può sfuggire né alle donne né al cinema. Fece epoca e invidia il suo matrimonio, durato dieci anni, con l'irresistibile e bellissima Sylvie Vartan, da cui nacque David.

Il cinema lo circuì, lo sedusse...non fece tanti film quanti i dischi, ma ha lavorato in pellicole e con registi che hanno fatto la storia della settima arte. Nel 1969 è nel cast de Gli Specialisti, diretto da Sergio Corbucci (in programma questa sera, 6 dicembre, alle ore 23.20 su Sky Cinema Classics), nel 1972 incanta ne L'avventura è l'avventura di Claude Lelouch, nel 1985 è in Detective di Jean-Luc Godart e in Consiglio di Famiglia di Costa-Gravas. Nel 2002 è superlativo ne L'Uomo del Treno di Patrice Leconte. Gli ultimi passaggi davanti alla telecamera sono di questo 2017 che ce lo ha portato via: Rock'n'Roll di Guillaume Canet e Chacun sa vie di Claude Lelouch.

Ha fare le bizze è stata la salute, nel 2009 i primi sintomi del male oscuro, per dirla con Giuseppe Berto (come si sarebbero piaciuti!), poi la ripresa...ma con l'ansia di un qualcosa che in qualunque momento poteva ripresentarsi. E lo ha fatto, lo ha fatto scendere dal palco. Ma non è riuscito a spegnere il suo sorriso sfacciato e il suo rock'n'roll!