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Omaggio di Sky Cinema Classics a John Huston

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A 30 anni dalla morte, lunedì 28 agosto, Sky Cinema Classics rende omaggio a John Huston con una maratona di quattro film. Si comincia alle 16.10 con lo sfarzoso kolossal sull'Antico Testamento, La Bibbia. Seguono Moby Dick - La balena Bianca, Gli spostati. Infine, chiude l’omaggio Chinatown, il thriller capolavoro di Roman Polanski di cui Huston è uno dei protagonisti

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Sfrontato, imprevedibile, irritabile, imperscrutabile e probabilmente l'uomo più affascinante sulla Terra''. E’ questa  la definizione che fece la bellissima Lauren Bacall per John Huston, autore in quarant'anni di carriera di oltre 40 film e documentari, molti dei quali diventati cult, dal Il falcone maltese al Il tesoro della Sierra Madre, da Giungla d'asfalto a La regina d'Africa, fino alle due ultime pellicole, entrambe con la figlia Angelica, L'onore dei Prizzi e The Dead.

A 30 anni dalla morte, lunedì 28 agosto, Sky Cinema Classics gli rende omaggio con una maratona di quattro film da lui diretti. Si comincia alle 16.10 con lo sfarzoso kolossal sull'Antico Testamento, La Bibbia. Seguono Moby Dick - La Balena Bianca, il kolossal con Gregory Peck e Orson Welles tratto dal romanzo di Herman Melville, e Gli Spostati, western malinconico con Clark Gable e Marilyn Monroe. Infine, chiude l’omaggio Chinatown, il thriller capolavoro di Roman Polanski con Jack Nicholson e Faye Dunaway.

Uno  di più grandi cineasti dell’età dell’oro di Hollywood ma anche un uomo sui generis. Di lui si racconta che fosse un grande bevitore e un fumatore incallito, un attaccabrighe e un seduttore incallito con all’attivo cinque matrimoni (e quattro divorzi), padre di tre figli, (Angelica, Danny e Tony), un passato di pugile, ufficiale onorario della cavalleria messicana, giornalista, attore. Ma Huston è stato soprattutto un regista capace di variare fra i generi, di raccontare epopee personali di coraggiosi e perdenti, in cerca di fortuna o riscatto, che lottano per quello in cui credono o sperano di raggiungere e spesso affrontano il sapore della sconfitta.

Un percorso che gli ha portato, fra i tanti riconoscimenti, 16 nomination agli Academy Award (tra le quali quella per uno dei documentari realizzati durante la II guerra mondiale Report from the Aleutians) con due Oscar vinti e un Leone d'oro alla carriera nel 1985.

Prima di entrare nel mondo del cinema, John Huston si era dedicato a partire dagli anni ’30 al teatro e alla narrativa scrivendo soggetti e  sceneggiature per la Warner Bros. Il suo esordio dietro la macchina da presa è nel 1942 con Il mistero del falco, un giallo girato con pochi mezzi finanziari ma che riscuote un grande apprezzamento da critica e pubblico. E' l'inizio di una prolifica e intensa attività (vince l'Oscar nel 1948 per la regia de Il tesoro della Sierra Madre) lunga oltre quarant'anni, che vede Huston oltre che regista anche attore in numerose pellicole dirette da altri registi (Chinatown, 1974, di Roman Polanski, Il vento e il leone, 1975, di John Milius).

Di Huston sono da ricordare film come La regina d'Africa (1952, con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn), Il tesoro dell'Africa (1954), Le radici del cielo (1959), Moulin Rouge (1953), Moby Dick (1956, con Gregory Peck e Orson Welles) e Freud - Passioni segrete (1962).

Il cinema di Huston nei confronti dei generi trattati è eclettico quanto, forse la sua personalità: si va dal documentario (The battle of San Pietro, 1945), al dramma (Giungla d'asfalto 1950, e Città amara, 1972), al western (Gli inesorabili, 1960), al film storico (Independence, 1976) fino a Fuga per la vittoria (1981, con Sylvester Stallone e Pele') e addirittura al musical (Annie, del 1982) e al peplum come  La Bibbia (1966) in cui si ritaglia pure il ruolo di  Noè.

Ancora da ricordare film come Sotto il vulcano (1984), premiato a Cannes e L'onore dei Prizzi (1985, con Kathleen Turner e Jack Nicholson) e il già citato toccante omaggio a James Joyce con The Dead (1987).