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Quaranta anni di Guerre Stellari

Cinema

Federico Ercole

Credit: Star Wars

Sono trascorsi quattro decenni dal film che trasportò il pianeta Terra in una galassia lontana, da allora nulla fu più lo stesso perché l’episodio IV, Una nuova speranza, non fu solo cinema ma un travolgente fenomeno che coinvolse un’intera generazione. Per l’occasione arriva il canale Sky Cinema Star Wars HD, sino a domenica 18 giugno

 

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Non si era mai visto nulla di così, questo fu il pensiero di milioni di bambini e adolescenti all’uscita dei cinema dove proiettarono Guerre Stellari nel 1977 del secolo scorso. Il sentimento di avere partecipato a qualcosa di eccezionale si mescolava ad un’immediata nostalgia che nasceva dal desiderio impellente di rivedere subito il film, sognando un suo “numero 2” per sapere come sarebbe continuata la storia, perché soprattutto ai più piccoli era sfuggita quella stramba numerazione: “episodio IV”.

Da quel giorno tutto cambiò, in una maniera ovviamente non radicale, ma potente nella sua dimensione pop, un mutamento che andò a influire sugli usi, le fantasticherie, i consumi e i gusti d quasi tutto il pianeta. Ci furono precedentemente altri fenomeni culturali importanti legati al fantastico, è sufficiente pensare al successo, soprattutto nei campus americani, de Il Signore degli Anelli di Tolkien. Tuttavia fino a quell’anno fondamentale, lo stesso durante il quale morì Elvis Presley e fiorì il punk, niente ebbe una portata simile sull’immaginario collettivo come il lungometraggio di George Lucas. Per trovare un fenomeno simile bisognerebbe tornare nel XIX secolo, quando a Bayreuth in Germania fu messa in scena la Tetralogia di Richard Wagner, che ispirò generazioni di artisti e sognatori per decenni. Tuttavia Guerre Stellari fu da subito un fenomeno commerciale oltre che popolare, che condizionò soprattutto i più giovani, edificando quelli che sono dei luoghi del consumismo e dell’umana ragione ormai comuni, ma che al tempo non lo furono affatto, tanto da essere rivoluzionari. Eccone alcuni.

La nascita del Nerd
- L’appassionato di fumetti, di cartoni animati e di fantascienza, prima considerato dai più un perdente e un asociale scoprì che ce n’erano tanti come lui, rivelati dal successo di Guerre Stellari, e non si sentì più solo ma cominciò a condividere le sue passioni con altri, tanto da formare una “corporazione” di Nerd ante-litteram in grado di supportarsi contro le angherie dei bulli a scuola. Tuttavia questi ormai tantissimi appassionati, rivelati al mondo dalla Forza, erano ancora considerati tipi “strambi”, che al liceo sognavano un modellino del Millenium Falcon invece che una macchina vera. Ma la rivincita dei Nerd era prossima, la loro passione per le tecnologie e il fantastico sarebbe diventata “in” durante la fine degli anni ’90 e il nuovo secolo e tra i “figli” di quella prima visione del ’77 i Nerd cominciarono ad esercitare un discreto fascino anche presso chi li aveva snobbati, divenendo registi di fama, giornalisti, autori di videogiochi di successo, opinionisti e scrittori. La fama di questi “sfigati” di successo, tra i quali basterebbe citare un J.J. Abrams, illuminò anche i più che restarono anonimi, illuminandoli di un nuovo carisma. Grazie Guerre Stellari.

Collezionismo di giocattoli - George Lucas ebbe l’intuizione geniale di chiedere per se’ i diritti del merchandising legato a Star Wars e il successo economico che ne ricavò fu immenso. Come non si potevano desiderare pupazzetti e ogni altro giocattolo o oggetto dall’uso comune, come un asciugamano, ispirato al proprio film preferito. Erano cose che rendevano più vicino al sogno, lo immettevano nella quotidianità. Oggi è una prassi anche da adulti collezionare giocattoli e modellini ma risale a quell’epoca, che donò all’oggetto una funzione simbolica dal valore emozionale ed estetico. Chi non spacchettò nel 1977 le “action figures” dei personaggi oggi ha in mano modellini dall’impressionante valore economico, ma è raro che un bambino li lasciasse nella loro custodia. Tuttavia, anche se spacchettati, rovinati e senza le armi di plastica molti conservano ancora questi giocattoli di Luke o R2D2, negandoli magari alla propria prole.

La forza dell’Hype - Oggi si parla di “hype” per quasi tutto. Il nuovo videogioco, la prossima stagione di una serie, l’ennesimo film sui super-eroi. L’hype identifica e alimenta un senso d’anticipazione appassionata per un qualcosa che diventa più di un oggetto mediatico, quindi la destinazione del desiderio o una fabbrica di sogni nell’attesa che infine l’opera venga diffusa. L’hype nacque con Star Wars, subito dopo i suoi titoli di coda e crebbe nell’attesa de L’Impero Colpisce Ancora. Da allora fu l’opera che cominciò ad alimentare da sola una sua pubblicità autonoma, anche dai pubblicitari.

Un nuovo misticismo e una nuove tecnologia - Con l’antica religione della Forza e la presenza di una tecnologia avveniristica, Guerre Stellari si intersecò immediatamente con il sorgere di nuovi misticismi, sfociati poi nella futura corrente New Age, e con le nuove tendenze tecnologiche: la robotica, l’esplorazione spaziale e i computer. Fu soprattutto grazie a Guerre Stellari che si evolsero i videogiochi moderni, nati dalla necessità di proporre al pubblico esperienze che riuscissero a trasportarlo e coinvolgerlo in un’epopea dove egli potesse essere anche protagonista: pilotare un’astronave contro gli alieni invasori, combattere una guerra contro l’oppressione, diventare un eroe salvifico.