Wonder Woman: la recensione

Cinema

Esce al Cinema il primo giugno,  il film ispirato al personaggio della DC Comics. A indossare il mitico costume della supereroina è Gal Gadot, già interprete della principessa delle Amazzoni in Batman VS Superman. Al suo fianco Connie Nielsen nei panni della regina Hippolyta, Robin Wright in quelli del generale Antiope e Chris Pine in quelli di una pilota americano della Prima Guerra Mondiale. Sceneggiato da Allan Heinberg, su un soggetto di Zac Snyder e Jason Fuchs, basato sui fumetti di William Moulton Marston, Wonder Woman è diretto da Patty Jenkins


di Paolo Nizza


Il primo film per il grande schermo dedicato a Wonder Woman inizia così: Gal Gadot, altera, volitiva e scultorea, cammina nel cortile del Louvre. Il passo è fiero, sicuro, seducente Ai piedi stivali dallo stiletto pungente. Sarà perché siamo a Parigi, ma pensi subito a Truffaut:  "Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia". E la citazione tratta dal film L'uomo che amava le donne calza come un guanto. Perché  William Moulton Marston, il papà di Wonder Woman, le donne le ha amate davvero molto e per tutta la vita. Infatti sperimentò un menage a trois con sua moglie Elizabeth Holloway e l'amante di entrambi Olive Byrne.

 

Psicologo, inventore e fumettista, Marston era convinto che le donne fossero più oneste e affidabili degli uomini e che potessero lavorare più velocemente e con maggiore precisione.

Così nell'ottobre del 1941 nacque Wonder Woman. Non dalla costola di Adamo come Eva, né dalla testa di Giove come Atena. Ma dalla fantasia di un femminista convinto che «Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella. »

 

 

Sono passati più di 70 anni e Wonder Woman oltre a regnare sulle Amazzoni è diventa la regina della DC Comics, un'icona famosa quanto Batman e Superman. Secondo il sito IGN, Diane Prince è al quinto posto della classifica dei cento migliori supereroi dei fumetti. Sicché dopo la mitica serie tv con Linda-Miss Stati Uniti- Carter, la principessa approda sul Grande Schermo.

 

A indossare la corazza, il corsetto, la gonna e i bracciali è la modella israeliana Gal Gadot che già aveva rubato la scena all'uomo pipistrello e all'uomo d'acciaio in Batman Vs Superman.

La Gadot sembra nata per essere Wonder Woman. Oltre a essere di una bellezza abbacinante e di un’agilità ferigna riesce a essere credibile quando dice frasi come "Mio Padre è Zeus".


Tant’è che la prima parte del film, si gioca tra l'Olimpo e i dintorni. Nella splendida cornice dell'isola dii Themyscira (meta ideale per le vacanze di chiunque) assistiamo all’infanzia, vocazione e prime esperienze di Diana. Hippolyta, la regina madre (che ha il volto della super milf Connie Nielsen) è un filo apprensiva.  Le mamme, si sa, anche se divine sono fatte tutte così. Di contro la zia, ovvero, il generale Antiope, spinge perché Diana diventi Wonder, tra mazzate, cardiofitness e allenamenti. per rendere il tutto più credibile, l'isola più simile ai giardini di Babilonia che all'antica grecia, pullulla di campionesse sportive: dalla boxeur Ann J  Wolfe a Brooke Ence, maestra di CrossFit sino a  Moe Sasegbon, star dell'atletica leggera. Insomma un paradisiaco matriarcato.

L''hitchcockiano MacGutffin, rappresentato dall''imprevisto arrivo sull'isola del  capitani dell'esercito americano Steve Trevor, accelererà la crescita della volitiva supereroina. A volte basta un uomo per cambiare un mondo. Certo, mica siamo tra i banchi di un liceo classico dei primi del Novecento. Tanto meno tra le pagine in carta di riso dei Miti Greci vergate da Robert Graves.  Sembra di albergare in un episodio di Xena-la principessa guerriera. E' questo è un bene. Perché quando ci si muove tra il mito e l'epica, la leggerezza rappresenta  sempre un valore aggiunto. Altrimenti, come credere a un lazo d'oro forgiato da Efesto che ti costringe a confessare la verità. O a bracciali in grado di respingere i raggi Omega di Darksen. O a all'esistenza di Ares, infigardo Dio della Guerra

 



Soprattutto se la bella e corvina  protagonista del film vuole salvare il mondo, al netto della miseria del genere umano. Si sa lo scorpione vuole pungere, il lupo vuole cacciare e la battaglia non è mai leale. Perciò tra la Londra dagli abiti accollati, la prima guerra mondiale, l'estetica Steam Punk delle prime maschere antigas, Wonder Woman, come in una copertina della Domenica del corriere, ci trasporta in un’avventura dal gusto retro e un filo fané in cui è piacevole perdersi e confondersi e divertirsi. Diana è una Dea, aliena al dolore e alle miserie della bigia condizione umana. Quindi niente bugie, nevrosi, o ossessioni cacadubbi. Wonder Woman è Madre natura, è l'evoluzione dello stato delle cose. E' lo sguardo primigenio, E' la Vergine Guerreria. La Madonna dei Palafrenieri che schiaccia la testa della serpe. Perché è la donna che salverà il mondo, direbbe Laforgue. E Intorno a Wonder Woman si agitano come contornu tre guerrieri piuttosto sconocchiati, ovvero il mercenario nativo americano, lo scozzese con la sindrome post-traumatica, l'ex soldato marocchino con velleità attoriali. Una  sgangherata Suicide Squad, capitanata da Steve il maschio alfa, che grazie a dio, anzi alla Dea, comprende che talvolta, per vincere, bisogna abbracciare l'Omega. E persino la diabolica dottoressa Maru, alias Dottor Poison con quella maschera che ricorda il Richard Harrow di Boardwalk Empire suscita compassione, al netto delle sue primitive armi batteriologiche.

 

 

 


Perché, per usare le parole della regista Patty Jenkins (autrice dell'intenso Monster), "Se solo riuscissimo a vedere il mondo come lo vede Diana. Lei vede una grande oscurità, ma guarda anche oltre e cioè di cosa è capace la razza umana: la grande bellezza. Ha anche i poteri riservati agli dei e un cuore pieno di pietà"
Pre cui nell'attesa, speriamo che sia femmina. Con buona pace della Justice League, tutta testosterone, tormento e cromosoma X.

 


LA TRAMA DI WONDER WOMAN
Prima ancora d’essere Wonder Woman, lei era Diana, principessa delle Amazzoni, cresciuta su un’isola paradisiaca al riparo dal mondo esterno e allenatasi per diventare una guerriera invincibile. L’arrivo di un pilota americano, schiantatosi sulle coste e il suo racconto riguardo al violento conflitto che si sta scatenando oltre quei confini, inducono Diana a lasciare la propria casa, convinta di poter fermare la minaccia. Combattendo al fianco degli esseri umani in una guerra che porrà fine a tutte le guerre, lei scoprirà i suoi poteri e… il suo vero destino.

 

 

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