Esce al cinema il nuovo film di Terrence Malick, interpretato da Ryan Gosling, Michael Fassbender, Natalie Portman e Rooney Mara. Guarda il trailer e leggi la recensione
di Michele Sancisi
C’è stato un periodo della mia vita in cui ho sentito il bisogno di fare sesso violento” dichiara in apertura la voce pensante della protagonista di “Song to song”, il nuovo film di Terrence Malick da oggi nelle sale italiane. Lei è Rooney Mara, innocenza da cerbiatta, icona silenziosa e seducente che ricorda la indimenticabile Kate Winslet di “Se mi lasci ti cancello”. La frase che il non meno misterioso regista dell’Illinois mette quasi ad epigrafe del suo attesissimo decimo film è beffarda perché nelle due ore e 9 minuti di montaggio, che abbiamo visto in anteprima, c’è di tutto tranne che sesso e violenza, escluse quelle psicologiche di cui si fa carico il personaggio di Michael Fassbender.
I due sono i poli di un triangolo amoroso e artistico completato da Ryan Gosling e ambientato nel mondo della musica rock: difficile immaginare un cast più figo e cool. Se poi aggiungi sullo sfondo Natalie Portman in wonder-bra, Cate Blanchet in versione fata, oltre a Holly Hunter, Val Kilmer, Berenice Marlohe (superlativa), e alcune leggendarie rock-star è facile pensare ad un’operazione commerciale giocata sul divismo. Scelta legittima se un autore con la A maiuscola come Malick – doppia palma d’oro a Cannes oltre a una montagna di altri premi – porta i divi, come già nei suoi ultimi film, totalmente dentro il suo mondo poetico e li utilizza come tessere di un mosaico sul concetto stesso della bellezza.
In questo senso “Song to song” ha un tasso di splendore talmente alto e ininterrotto – nelle immagini di natura che Malick sa fotografare come nessun altro, nel close-up sui corpi dei protagonisti, nel magma sonoro che rende l’audio del film un capolavoro a parte – da rischiare l’overdose o la sindrome di Stendhal. In questo senso il film richiede un abbandono totale e una disponibilità ad essere trascinati dentro una dimensione che va presa così com’è e non analizzata con occhio cinefilo: è forse questa la chiave del cinema di Malick.
La vicenda è quella di Faye, ragazza in cerca di una dimensione di vita, divisa tra due amori paralleli (e a un certo punto conviventi), per un cantante e un produttore discografico, che si incontrano, anche professionalmente, grazie a lei. Il riferimento istintivo è a “Jules e Jim”, pietra miliare di Francois Truffaut del 1962, ma naturalmente a distanze stilisticamente siderali. Malick non teme di sfiorare il patetico andando dentro il tema della tenerezza e dell’innocenza perduta o cercata. Di fianco a questo c’è l’altro tema forte dell’eredità rock, legata a figure storiche e mostrate nella loro esibita vetustà fisica come Iggy Pop, Jim Morrison (citato da Val Kilmer) e soprattutto Patti Smith, ieratica e dolcissima insieme, vicina come mai l’avevamo vista, depositaria di una memoria di sentimenti ed esperienze che commuove.
LA REALIZZAZIONE DI SONG TO SONG
Gran parte delle riprese di SONG TO SONG sono state realizzate in vere location ad Austin. In questo film, Malick ha collaborato assieme al suo storico team, che include il direttore della fotografia Emmanuel “Chivo” Lubezki, lo scenografo Jack Fisk, la costumista Jacqueline West e i montatori Rehman Ali, Hank Corwin e Keith Fraase. Austin non offriva solamente un flusso costante di festival musicali ma anche una vasta gamma di paesaggi: dalla Greenbelt di Austin alle formazioni di rocce rosa di Enchanted Rock, da un’architettura estremamente moderna ai camioncini di street food di Trailer Park. L’unica location del film non di Austin è la città di Merida, nella regione dello Yucatan, in Messico, dove Cook vola assieme a Faye e BV, e dove cresce la sua gelosia nei confronti del loro rapporto.
La fotografia fluida di Lubezki, che si avvicina talmente tanto agli attori da annullare quasi del tutto il confine tra l’inquadratura e la loro pelle, è diventata tipica dello stile unico di Malick, uno stile capace di far risuonare le emozioni più crude. Per SONG TO SONG, Lubezki ha spinto il suo stile anche oltre. “Chivo si è divertito molto in questo film, perché ha potuto spingersi oltre i suoi stessi limiti”, racconta Ken Kao. “C’era una connessione molto intensa tra le storie d’amore dei quattro protagonisti e la musica live. In un certo senso, Lubezki aveva carta bianca rispetto a come usare la mdp per esplorare il lato oscuro e nascosto dei personaggi”. Aggiunge Green: “Chivo e il suo operatore, Joerg Widmer, eseguono una sorta di danza con gli attori. Il loro obiettivo non è la perfezione, ma l’intimità e l’immediatezza. È un espediente capace di risucchiare lo spettatore dentro all’immagine stessa, e Chivo riesce in questa impresa come nessun altro”. Michael Fassbender apprezza molto questo particolare procedimento: “La truppe di Malick è come una folle banda di pirati che ti gira attorno nel tentativo di catturare i momenti di caos”, riassume l’attore.
Lo scenografo Jack Fisk ha avuto il compito di collocare stilisticamente il film nell’ambiente di Austin. Come spiega Green: “Abbiamo lavorato in molte location reali, ma si riconosce la mano di Jack ovunque. Jack è sempre molto sensibile alle necessità di Chivo, e poiché lavoriamo solo con la luce naturale, riesce sempre a trovare delle location che abbiano una luce incredibile”.
Secondo la costumista, Jacqueline West, il personaggio di Faye rappresenta il centro stesso del film: “Considero SONG TO SONG la storia di una donna che esplora la sua libertà sessuale, intellettuale e artistica; è una donna che usa gli uomini, così come spesso gli uomini usano le donne, respingendole, anche. Ho cercato di mantenere un senso di eleganza classica e di semplicità, e per lei ho preso ispirazione dallo stile di Audrey Hepburn”, spiega. “Questo la mette in forte contrasto con il personaggio di Natalie, che 13 invece è la classica bellezza texana. Natalie ha un guardaroba molto più sensuale, mentre Rooney assomiglia più a una ballerina”. Riguardo al regista dice: “Malick adora i vestiti scuri. Vuole che sia l’anima a risaltare, e gli piacciono i visi incorniciati dai vestiti scuri. Gli piace anche quando i costumi rivelano qualcosa di un personaggio, ma in maniera discreta”. Cook (Fassbender) indossa degli abiti di Giorgio Armani, che mettono in risalto la grande sicurezza che ha in se stesso, mentre per BV, (Gosling) la West ha preso ispirazione dal suo amico musicista, John Fogerty. Per alcuni dei musicisti, la West ha preferito mantenere il loro stile personale, in particolar modo per Patti Smith.
Per il montaggio del film, Malick ha chiesto aiuto a un team di tre montatori formato da Rehman Ali, Hank Corwin e Keith Fraase. Ali spiega che il lungo e faticoso processo del montaggio è iniziato quando Malick stava ancora girando il film. “È stato come scolpire una scultura di ghiaccio” dichiara. L’obiettivo era individuare le scene più vive. “Malick preferisce mostrare piuttosto che raccontare, gli piacciono gli sguardi e i comportamenti discreti. Quindi abbiamo cercato di includere tutto ciò che apparisse reale e naturale, e che non somigliasse a una performance. Malick cerca sempre di trovare quei momenti in cui sembra che i personaggi vengano scoperti quasi casualmente dalla mdp”, spiega. “Dovevano apparire in tutta la loro spontaneità, l’effetto voluto era che sembrasse di guardare qualcosa di privato”. Ali è rimasto molto colpito dall’approccio del film riguardo le scene di sesso. “Il modo in cui viene affrontato il sesso in SONG TO SONG è molto interessante secondo me, perché credo che inviti gli spettatori a chiedersi quale sia il significato di questa scelta”, dice. “Inizialmente, Faye e BV sembrano lasciarsi trasportare dalle loro emozioni, ma si percepisce una forza invisibile che li trattiene. Credo che gli spettatori usciranno dalla sala chiedendosi cosa sia un rapporto, cosa sia il perdono e se si possa veramente perdonare qualcuno”. Prosegue: “Volevamo che ogni interazione con i musicisti contenesse un significato. Abbiamo ad esempio usato le scene di Iggy Pop per esprimere l’idea che alcune persone vogliono solo provare delle emozioni forti: un dettaglio molto importante della storia”. E parlando del regista aggiunge: “Malick è pronto ad accogliere qualsiasi idea, anche la più folle”.
Forse l’elemento di design più rilevante del film è anche quello più ineffabile: lo spirito di Austin. “Austin sta cambiando rapidissimamente e SONG TO SONG funge quasi da capsula del tempo di un momento specifico della vita di Austin”, commenta Ali. “Ci sono dei luoghi che si vedono nel film che sono già scomparsi”. Natalie Portman aggiunge: “Austin ha un carattere molto forte, e con tutta la sua musica, la sua tecnologia e il suo cinema, sembra quasi un’isola del Texas. È stato magnifico girare lì, è diventato un altro personaggio del film”. Michael Fassbender conclude : “È il primo film che giro ad Austin e mi è piaciuta molto. È una bella città, il cibo è buono, e c’è tanta buona musica. Abbiamo ascoltato tantissima musica dal vivo, ed è stata un’esperienza fantastica”