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Alessandro Benvenuti, la pentola a pressione del Barlume

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Alessandro Benvenuti interpreta Emo ne "I delitti del BarLume"

In attesa di vedere l'ultima storia de I delitti del BarLume, La Loggia del cinghiale (lunedì 16 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno), abbiamo incontrato Alessandro Benvenuti, che interpreta nuovamente Emo, uno dei quattro terribili vecchietti. Ecco l'intervista

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di Massimo Vallorani

C’è una particolare piacere che colpisce nel parlare con Alessandro Benvenuti. La sua estrema cordialità e il comprendere da parte di chi lo ascolta che ci troviamo di fronte ad un grande attore. Uno di quelli che “vengono da lontano” e che nella loro carriera hanno spaziato in tutti i campi dello spettacolo: dalla televisione, al cinema, dalla musica al teatro. Un poliedrico artista, generoso e capace di trovarsi sempre a suo agio in tutte le situazioni, dal comico, al drammatico, dal giallo al sentimentale. Senza mai perdere la rotta, rimanendo autentico e  subito riconoscibile. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua ultima fatica televisiva, ovvero le nuove storie de I Delitti del BarLume. in programmazione su Sky Cinema Uno alle 21.15 di lunedì 9 e 16 gennaio. Due episodi dal titolo Aria di Mare e La Loggia del Cinghiale in cui, per l’appunto, ritroveremo Benvenuti ancora nella parte di Emo, uno dei quattro terribili vecchietti che non hanno le bocce o la briscola come hobby ma gli omicidi!

Siamo arrivati alla quarta stagione dei Delitti del Barlume. Oramai sono diventati quasi un appuntamento fisso. Cosa dobbiamo attenderci da queste nuove storie?

La prima cosa è che salterà subito agli occhi con queste nuove storie del BarLume è che sono davvero molto divertenti. Anzi, secondo me, sono le più riuscite di tutta l’intera serie del BarLume. E’ sicuramente un mio personalissimo parere ma vedrete che queste due nuove storie sono sono assolutamente da non perdere.

Lei interpreta sempre Emo, uno dei vecchietti terribili. Chi è davvero Emo e le assomiglia un po’?

Emo è sempre lo stesso toscanaccio di sempre, sanguigno, focoso, un tipo che assomiglia ad una pentola a pressione con qualche problemino alla valvola. Ma è un personaggio sincero, amabile. Piace a tutti, dai bambini che oramai mi fermano e mi riconoscono per strada, fino agli adulti. Poi, non so dire se mi assomiglia un po’. E’ sicuramente parente di quel “Gino” di Benvenuti in Casa Gori che io continuo a portare in giro (e non solo io) da circa trent’anni nei teatri italiani e non solo. E’ un suo parente stretto… diciamo così.

Come riesce a conciliare il giallo del BarLume alla sua innata comicità?

Diciamo che non le due cose non sono assolutamente inconciliabili. Io poi sono un grande amante della letteratura gialla e del thriller in generale. Quest’anno, poi  sto portando a teatro “Chi è di scena”, con Paolo Cioni, che è poi il Marchino nei BarLume. Ebbene, in questo caso ci troviamo proprio di fronte ad un giallo vero e proprio. Questo per dire che io ho sempre considerato nei miei spettacoli una cosa del tutto naturale far collimare queste due estremi. Nascono dalla sorpresa e dall’imprevisto. Chiaramente ci vuol del talento per farli convivere assieme. 

Cinema. televisione. teatro. Qual è l’anima più autentica di Alessandro Benvenuti?

Non saprei dirlo con precisione. Forse la naturalezza nel farli o forse solo la mia passione. Senza di questa, magari non avrei apprezzato così tanto le storie del BarLume, che hanno al loro interno la rappresentazione di una toscanità vera e autentica.

Molti la ricordano anche come uno dei Giancattivi, apprezzato trio comico di teatro e tv affianco a Francesco Nuti e Athina Cenci. Che tipo di comicità era?

Era una comicità che nasceva attorno alle storie da raccontare. Si aveva quasi l’esigenza di farlo portando con se il proprio bagaglio culturale. Non c’era soltanto la voglia di far ridere ma quello di sorprendere. Oggi mi sembra che ci sia molta frammentazione anche sulla scena ci sono interpreti molto bravi.

Un invito agli spettatori a guardare queste nuove storie del BarLume

Guardare queste nuove storie del Barlume significa rilassarsi con garbo, pensare e divertirsi con una narrazione decisamente sui generis, Soprattutto con un genere che non esiste nel panorama televisivo italiano attuale.

Che augurio vorresti fare, come buon proposito, per il nuovo anno?

 

Viviamo in tempi decisamente bui. Quindi l’augurio che vorrei fare è quello di prendersi una pausa, di rilassarsi. E non c’è modo migliore che farlo con I delitti del BarLume.