A Torino la prima asta di memorabilia musicali in Italia

Quando il banditore comincia a parlare è difficile stargli dietro. Descrive il pezzo, la base di partenza, cominciano i rilanci di chi è in sala e di chi partecipa online. Parla prima in italiano e poi in inglese, tutto ad un ritmo serratissimo, mentre sul display appare l’oggetto della vendita e il prezzo che viene aggiornato in tempo reale, rilancio dopo rilancio. Siamo nella sede di Bolaffi, in pieno centro a Torino, e assistiamo alla prima asta interamente dedicata a cimeli musicali che sia mai stata organizzata in Italia. “Questo tipo di aste vanta una grande tradizione all’estero, soprattutto nel mondo anglosassone – ci racconta Gabriele Tonello, banditore e coordinatore delle Aste Bolaffi Memorabilia Musicali – e noi abbiamo voluto esserne pionieri nel nostro Paese, che non possiede ancora una cultura consolidata in questo campo”. La sala dei cimeli Con lui, un’ora prima che cominciasse l’evento, abbiamo avuto la possibilità di ammirare da vicino, in una sala dedicata al piano meno uno della sede, tutti i 263 lotti che stavano per essere venduti: vinili, cd, giubbotti, litografie, manoscritti originali, spartiti e tanti altri oggetti che hanno fatto la storia della musica mondiale, dai primi anni Sessanta ai Duemila. Sui cartellini, così come sul catalogo rilegato, è presente un’essenziale descrizione dell’articolo e il prezzo di partenza. Difficile anche per un esperto del mestiere pronosticare quale sarà un successo e quale invece un flop. In fin dei conti, è il fascino di quest’ambiente. Insondabile anche per chi lo frequenta da anni. Ma facciamo un bel balzo in avanti e vediamo com’è andata a finire, prima di continuare la nostra esplorazione in questo mondo. Perché a quest’asta hanno partecipato decine di persone in sala, a Torino, e centinaia collegate da tutto il mondo, con offerte che sono arrivare da Stati Uniti, Francia, Australia e Singapore. I risultati dell’asta Sul podio dei top lot, con 3300 euro, spicca il giubbotto di pelle stile biker autografato e indossato dai Ramones, celebre band statunitense punk rock degli anni ’70-’80. Poi, la vera rivelazione: un colorato poster dalla data di Torino, allo stadio Comunale, dell’ultimo tour italiano di Bob Marley, anno 1980. Partiva in sordina, da appena cinquanta euro, ed è stato venduto a 3000, a colpi di decine e decine di rilanci che sembravano non finire. Al terzo posto, l’immagine realizzata da Storm Thorgerson, geniale autore delle copertine più famose dei Pink Floyd, per l’Inner sleeve di “Wish You Were Here”, venduta a 1600 euro. Appena fuori dal podio, troviamo il cd di “Bleach” con gli autografi di Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl dei Nirvana, al concerto di Valencia del 2 luglio 1992, venduto a 1500 euro, insieme al biglietto. 1300 euro invece per il cd di “Rehab” autografato da Amy Winehouse. E per finire, tra i lotti più ambiti, citiamo anche il 45 giri di “I Want To Break Free” autografato da Freddie Mercury a Montreux nel 1996. Per questo romantico vinile si è arrivati a sborsare 1200 euro. Non è invece stato assegnato l’oggetto più costoso proposto all’asta: la versione demo originale del 1967 di “Hey ragazzo” firmata da Lucio Battisti e Roby Matano. Si partiva da ben 4000 euro. I filoni dell’asta Per mettere insieme tutto questo materiale sono serviti mesi. "Principalmente sono quattro importanti collezionisti che ci hanno concesso la maggior parte dei lotti – ci rivela Melissa Amiotti, una delle coordinatrici delle Aste Bolaffi Memorabilia musicali – si tratta di un appassionato dei Pink Floyd, uno dei Ramones, uno di Lucio Battisti e un altro di autografi su vinili e su cd. Il resto degli oggetti lo abbiamo recuperato da singole persone che possedevano cimeli musicali e volevano venderli. Visto il successo dell’asta, ne organizzeremo di certo un’altra nel 2026". Tempi lunghi. Perché organizzare un’asta è un lavoro certosino con molteplici variabili. "Innanzitutto bisogna reperire il materiale – ci spiega Filippo Bolaffi, amministratore delegato dell’omonima azienda specializzata in questo campo – poi comincia la ricerca della documentazione che attesti la veridicità degli oggetti. Si tratta di una vera e propria inchiesta che i nostri esperti conducono. Ore e ore, se non giorni, da passare in biblioteca o a ricercare foto e video che provino l’uso di quel determinato articolo in un’occasione speciale, pensiamo ad esempio ad un vestito indossato da un cantante in un particolare concerto. Per quanto concerne il prezzo di partenza, cioè la base d’asta, bisogna considerare vari aspetti. Innanzitutto, lo stato di conservazione. Per molti collezionisti un oggetto non deve essere stato mai utilizzato e mai tirato fuori dalla scatola originale. Discorso diverso, invece, se parliamo di “collezionismo del personaggio”. In questo caso più l’articolo è usato più può crescere il suo valore. E poi c’è da considerare anche la volontà di chi lo cede per la vendita, che può imporre un prezzo minimo sotto il quale non è intenzionato a scendere".

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

A Torino la prima asta di memorabilia musicali in Italia

Massimo Postiglione