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Salvatore Esposito a Stories, domani alle  ore 21 su  Sky Tg24

Spettacolo

Protagonista in tv del nuovo poliziesco Sky Original Piedone - Uno sbirro a Napoli, (dal 2 dicembre su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW), l’attore si racconta al vicedirettore Omar Schillaci nella prossima puntata del ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo

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Salvatore Esposito è il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Paolo Bonfadini, l’attore si racconta in “Salvatore Esposito – Destinazione cinema”. In onda martedì 3 dicembre alle 21.00 su Sky TG24, sabato 7 dicembre alle 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand. 

"Piedone, un simbolo che va oltre il cinema"

Protagonista del nuovo poliziesco Sky Original PIEDONE - UNO SBIRRO A NAPOLI, con Silvia D’Amico e Fabio Balsamo, diretto da Alessio Maria Federici, in onda da lunedì 2 dicembre alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW, sempre disponibile on demand e che reinterpreta l’eredità del celebre commissario Rizzo interpretato dall’intramontabile Bud Spencer. “Non volevo imitare Bud, sarebbe stato un errore,” racconta Esposito. “Piedone è come Batman: una maschera che cambia interprete, ma non il suo spirito. Con l’ispettore Palmieri abbiamo cercato di creare qualcosa di nuovo, ma senza perdere il sapore che i fan amano da 40 anni.” L’attore ha lavorato per adattare il personaggio ai tempi moderni: “Rispetto ai film originali, qui si percepisce una linea più cruda, ma non manca l’ironia e l’azione. È una Napoli contemporanea, complessa, dove i contrasti sono ancora più evidenti.” E proprio Napoli è al centro del racconto: “Questa città è più di una cornice, è un personaggio. Il folklore, l’umanità, le sue contraddizioni: tutto contribuisce a rendere Piedone un simbolo che va oltre il cinema.”

Salvatore Esposito si racconta, dai ricordi di infanzia all'amore, dalla gavetta al successo, dal salto con Gomorra alla scrittura

L’intervista scava nelle radici di Salvatore Esposito, cresciuto a Mugnano di Napoli: “È un paesino dell’area nord di Napoli. Tranquillo, ma come molte periferie, spesso abbandonato a sé stesso. Sono convinto che la scuola dovrebbe durare tutto il pomeriggio, per dare ai ragazzi uno spazio sicuro, dove possano imparare l’arte, lo sport e la cultura, invece di trascorrere il tempo per strada.” Ricordando la sua infanzia, l’attore racconta con ironia: “Da bambino ero terribile, prepotente e molto intelligente. Un giorno, un uomo disse ai miei genitori: ‘Vostro figlio diventerà un grande uomo o un grande boss.’ Meglio l’uomo, ma ci ha visto lungo”. Esposito riflette anche sul suo rapporto con lo studio: “Alle elementari ero uno di quei ragazzini che capivano tutto al volo e riprendevano i compagni, ma studiavo poco. Sono stato salvato da maestri che hanno saputo livellare il mio carattere e mi hanno insegnato il valore della disciplina.” E sulla sua gavetta prima del successo: “Ho lavorato sei anni al McDonald’s per pagarmi gli studi. Ho fatto tanti lavori, come il volantinaggio. Credevo molto in quello che facevo, anche quando le persone non mi davano attenzione. Ho imparato il rispetto per il lavoro e per chi lavora.” Ripercorrendo la sua carriera, Esposito racconta il salto con Gomorra: “Sono stato scelto dopo 1200 provini. All’inizio la gente aveva paura di fermarmi per strada, ma io ho cercato di dimostrare che sapevo fare altro.”

Durante l’intervista, Salvatore Esposito affronta le polemiche sollevate da Gomorra, la serie che lo ha reso famoso, spiegando come il suo intento sia stato quello di raccontare, non glorificare, un mondo complesso. “Basterebbe eliminare i videogiochi, le serie, i film che raccontano il male per eliminare la mafia, la camorra, la criminalità?” - dichiara Esposito -“È un dibattito sterile e, dal mio punto di vista, ignorante. Se hai visto la serie, ti rendi conto che non idolatriamo nessuno e non creiamo eroi.” L’attore difende il lavoro degli autori e dei registi, sottolineando il valore artistico della serie: “Quello che Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini hanno creato è un grandissimo romanzo cinematografico. È servito anche a far capire che quello che raccontavamo era finzione.” Esposito racconta poi un aspetto curioso dell’impatto culturale della serie: “I The Jackal, con la loro parodia, hanno contribuito far emergere questo aspetto di finzione e a umanizzarci agli occhi del pubblico”. Il ruolo di Genny Savastano gli ha aperto le porte delle produzioni internazionali, come Fargo: “Non ho fatto neanche un provino. Mi hanno preso grazie a Gomorra. È stato il mio primo passo negli Stati Uniti, un’esperienza incredibile.” Con Piedone, Esposito chiude idealmente un cerchio: “Dopo Gomorra, volevo creare un contraltare: ho raccontato i camorristi, ora racconto i poliziotti. È il mio modo di bilanciare le cose” ha scherzato.  L’intervista non manca di esplorare il rapporto con Marco D’Amore, collega e amico, regista de ‘L’immortale’. Esposito ricorda i momenti chiave della loro collaborazione: “Quando Marco mi ha detto che sarebbe uscito da Gomorra dopo la terza stagione, ho avuto paura. Sapevo che avrei affrontato la quarta stagione da solo, circondato da bravissimi attori, ma senza di lui. È stato un salto nel vuoto.” Il loro legame, però, è rimasto saldo: “Marco è come un fratello. Quando è tornato con L’immortale, ho capito che c’era un piano più grande. Come regista merita tutto il successo che sta avendo, anche se credo che, come attore, non abbia ancora espresso tutto il suo potenziale. Il talento che ha è straordinario.”

C’è spazio anche per l’amore nella lunga intervista, dopo l’inaspettata proposta di matrimonio a Paola, la sua compagna. “Sono riuscito a prenotare la pista di pattinaggio del Rockefeller Center a New York, sotto l'albero di Natale. Io non avevo mai indossato dei pattini, però ci tengo a precisare che non sono caduto. Nello stacco tra un turno e l'altro avevo prenotato la pista per fare questa dichiarazione, tra l'altro, totalmente inaspettata e avevo fatto mettere come sottofondo la colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso che è il film preferito di Paola. La data delle nozze? State senza pensieri…” ha scherzato. Infine, oltre alla recitazione, Esposito ha trovato nella scrittura una nuova passione: “La trilogia delle Streghe è iniziata quasi per caso, con ‘Lo Sciamano’. Era un soggetto cinematografico che Sperling & Kupfer mi ha proposto di trasformare in romanzo. Da lì è nato un mondo che non avrei mai immaginato di esplorare.” L’ultimo capitolo della trilogia, ‘Le streghe di Lourdes’, è appena stato pubblicato, ma Esposito sogna di portare ‘Lo sciamano’ sul grande schermo: “Secondo me, funzionerebbe meglio come film. Ma vedremo cosa riserverà il futuro. Per ora, mi emoziona sapere che i lettori lo hanno amato e che la critica lo ha accostato ai grandi nomi della narrativa italiana e internazionale.”

 

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