Roberto Bolle e Nicoletta Manni, stupore e commozione in La Dame aux camélias alla Scala

Verità, onestà interpretativa, potenza drammatica. Nicoletta Manni e Roberto Bolle, le due étoile della Scala, hanno aperto le recite de La Dame aux camélias, il balletto capolavoro di John Neumeier in scena fino al 16 ottobre, con una prima che resterà negli occhi e nell’animo di chi era a teatro . Una prova di maturità artistica ai massimi livelli che ha lasciato un misto di stupore e commozione nel pubblico. “Ho dato tutto, mi sento davvero svuotata, ci vorrà del tempo per riprendermi” ha confessato a Sky tg24 Insider Nicoletta Manni dietro le quinte al termine dello spettacolo. E la caduta con cui “è morta” in scena ha sigillato una recita in cui tutto è stato vero. Fino alla fine, fino a quegli applausi in cui i loro volti continuavano a mostrare tutto il dolore vissuto sul palco. Una storia straziante “Viviamo una storia davvero straziante in scena che ci fa arrivare a delle emozioni fortissime. Venire a vedere la Dama delle Camelie vuol dire vivere una storia, guardare un racconto, un film. La coreografia c’è, i passi a due sono meravigliosi ma ciò che importa è quanto chi danza riesce a entrare nel personaggio, quanto riesce a trasmettere e a vivere” spiega Nicoletta Manni. “La difficoltà è lasciarsi andare completamente all’emozione – aggiunge Roberto Bolle - Bisogna controllare la tecnica, ci sono dei passi a due molto impegnativi così come lo sono anche i 13 cambi di scena di Marguerite. Nonostante tutto questo, quello che conta è l’onestà interpretativa degli interpreti come ci ha ripetuto anche John Neumeier al termine delle prove”. Il dance drama di Neumeier Le due étoile del Teatro alla Scala hanno affrontato i ruoli di Marguerite Gautier e Armand Duval per la prima volta insieme dopo aver danzato, poco meno di un anno fa, Onegin di John Cranko, altro balletto narrativo profondamente drammatico. È stato proprio al termine di una delle recite di Onegin che Nicoletta Manni è stata nominata étoile, per la prima volta nella storia a scena aperta. La Dame aux camélias era assente dal Piermarini da 7 anni. Creato da John Neumeier nel 1974 per il Balletto di Stoccarda e per Marcia Haydée, alla quale è dedicato, è tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio, scritto di getto nel 1848, pochi mesi dopo la morte di Marie Duplessis, la cui vicenda ha ispirato anche la Violetta verdiana della Traviata. Neumeier ha scelto di usare per il suo dance drama le note di Chopin. Geniale nella sua costruzione l’uso dell’espediente del “teatro nel teatro” con Marguerite e Armand che si immedesimano nei protagonisti del balletto a cui assistono: Manon. Il teatro nel teatro Lo stesso Neumeier spiega: “Ho usato Manon e Des Grieux come una sorta di specchi per Marguerite e Armand. I loro pensieri, i loro dubbi, le loro idee sul futuro, le loro fantasie si fanno visibili, si riflettono nell’altra coppia”. Un ruolo, quello di Manon, che Nicoletta Manni aveva appena danzato prima della pausa estiva del Teatro alla Scala. “Sono due balletti che toccano nel profondo e tirano fuori emozioni e sensazioni così interiori, così profonde. Marguerite è un animo fragile ma bisognoso d’amore. E poi ha questa maschera che mette davanti agli uomini. Sa come gestirli, sa come ammaliarli però in fondo è un’anima pura. E questa doppia personalità è una delle cose più difficili da gestire in scena” sottolinea. Un balletto che va direttamente al cuore Roberto Bolle torna in un ruolo che ha segnato molto la sua carriera, come racconta a Sky tg24 Insider: “È stato molto importante per la mia crescita artistica perché ho avuto la fortuna di poter lavorare insieme al coreografo John Neumeier fin da subito ed è qualcosa di molto speciale e raro perché spesso ci si trova a preparare balletti con i ripetitori o con gli assistenti, non con chi li ha creati. Rimontare questo balletto, che ha un’intensità e una profondità emotiva come pochi altri, con lo stesso John Neumeier è un privilegio. Interpretarlo con Alessandra Ferri al mio fianco altrettanto ”. E continua: “Lavorare così in profondità, scavare così nell’animo, ha cambiato il mio essere artista in scena. Ho avuto l’onore di interpretarlo diverse volte, anche all’Opéra di Parigi e all’American Ballet, e ora di nuovo qui alla Scala. Neumeier sa andare veramente direttamente al cuore degli interpreti e anche dello spettatore. Ed è a mio avviso un balletto che necessita di esser visto più volte per apprezzare tutte le sfumature”. I 30 anni di carriera alla Scala di Roberto Bolle Un ruolo che richiede anche tecnicamente un grande sforzo. Per questo vedere Roberto Bolle danzare Armand a 49 anni, con la stessa forza e precisione del danzatore che è stato quando era più giovane, il tutto sommato a una maturità espressiva che ha raggiunto i massimi livelli è qualcosa che desta stupore e ammirazione. A cui si aggiungono anche gli auguri per i 30 anni di carriera alla Scala. “Era il settembre del 1994 quando sono entrato nel corpo di ballo. Avevo 19 anni. È un momento speciale per me, non avrei mai immaginato di celebrare i 30 anni alla Scala ballando La Dame aux camélias nel ruolo di Armand. Sono molto contento e orgoglioso. E grato perché ho fatto un percorso bellissimo all’interno di questo teatro”.