Milano Fashion Week, tendenze e consigli pratici per il futuro dalle sfilate S/S 2025

Prima di dire l'ultima parola sullo stile della prossima stagione, ovvero prima che si alzi il sipario sulle sfilate di Parigi che chiuderanno il fashion month, la Fashion Week di Milano ha catalizzato l'attenzione dei media e del popolo delle sfilate con una settimana di appuntamenti giunti come un balsamo su un universo giustamente intimorito dall'eco di una crisi di sistema che interessa il lusso e si ripercuote anche sugli acquirenti cosiddetti aspirazionali, che hanno sorretto in anni recenti le griffe eora non più sedotti dalla necessità di procurarsi capi e accessori troppo al di sopra delle proprie possibilità. Il bilancio della Fashion Week è in positivo, il fashion tourism è in aumento. Milano è stata invasa ancora una volta da celebrities, appassionati e addetti ai lavori. La moda resta pur sempre una delle vie di fuga preferite da prova a sfuggire una quotidianità grigia e opprimente e, questa volta, gli stilisti ci hanno messo del proprio puntando compatti su ciò che Milano sa fare meglio: artigianalità, storia e sogno. Un mix che conferma saldamente la città un punto nevralgico inattaccabile della moda globale. La gioia come reazione a tempi incerti Le sfilate di Milano sono iniziate non metaforicamente sotto un cielo grigio, specchio di quei timori che affliggono il settore: algoritmo, contrazione dei consumi, calo di interesse di un pubblico fiaccato dall'attualità che antepone al lusso discussioni più urgenti. Ma i grandi creativi di Milano hanno deciso di fare fronte comune massimizzando, come condottieri di larga esperienza, le proprie energie. Vale a dire, conosci le tue forze, usale in modo saggio. I nuovi canoni ripercorrono con intelligenza quelli vecchi. Il passato diventa l'orizzonte per affrontare l'incertezza del futuro. Le risorse dell'archivio, che un buon direttore creativo non può né deve trascurare, non è più trattato con deferenza ma viene riscritto con uno spirito tutto italiano che, in qualche caso, diventa ironia. È il caso di Moschino che grazie ad Adrian Appiolaza in sole due stagioni sembra aver ritrovato lo spirito del fondatore Franco. Un buon lavoro, in questo senso, lo sta facendo anche Francesca Murri da Fiorucci. Rispolverare l'eredità del brand per riaffermare la propria identità. Né furbizia, né operazione nostalgia. Lo fa con ancora più convinzione Armani, che a questo giro ha presentato solo la linea Emporio, ha deciso di farlo rifacendosi a Versus, la sua linea dei tardi anni Novanta, anche Donatella Versace che si smarca dall'eredità di Gianni per portare in passerella stampe e colori ultra vivaci con una motivazione precisa: “Quando c'è così tanta oscurità nel mondo con questa collezione volevo portare colore, luce, ottimismo e gioia. Non ne abbiamo mai avuto tanto bisogno!”. Tendenze: il lusso quotidiano Messaggi, dunque, prima che tendenze, perché la moda è una delle strade per capire il presente e dargli una direzione, specie quando non ci piace. Per Sabato De Sarno, direttore creativo di Gucci alla sesta collezione in trecentosessantacinque giorni, la strada è la semplicità che si traduce in un guardaroba popolato di pezzi facili ma lussuosi. “Casual Grandeur”, un modo nuovo per dire chic senza sforzo. Praticità e lusso come rivestimento del quotidiano è l'imperativo un po' dappertutto. Mette tutti d'accordo Bottega Veneta che eleva il savoir faire a livelli sempre sofisticati con una collezione in cui il modi di vestire degli adulti converge con quello dei bambini. O è il contrario. L'infanzia, il gioco, il sogno , sono strade per sfuggire al quotidiano. L'alternativa, ancora, è il sonno, dimensione intimissima che si percepisce nelle onnipresenti sottovesti e nei look lingerie, non più segno di mera seduzione ma mezzo per raggiungere un altrove concreto. Il futuro. Senza paura di sbagliare Gli sedute buffe di Bottega Veneta , la ritrovata gioia di Versace ma anche il futuro infinito, come ci era stato promesso. Prada ritorna agli anni Sessanta, precisamente a quando la corsa allo spazio sembrava consegnare all'umanità le chiavi del futuro, con una collezione che sfida volutamente i principi di armonia e che invita a mettere di tutto, in totale libertà, senza avere paura di sbagliare. Le scelte delle persone contro l'algoritmo che conducono all'inaspettato. Con un'ossessione per la visione , perché la moda aiuta a vedere meglio la società. Cosa c'è all'orizzonte? Il passato da abbracciare Nessuna invenzione è possibile se si perde di vista il passato, per questo, anche questa Settimana della Moda celebra con tutti gli onori i traguardi dei grandi e dei piccoli. Da Fendi, che il prossimo anno festeggia cento anni di storia e che ha messo al centro della nuova collezione i ricordi e la famiglia di donne che hanno tenuto in piedi la casa di moda, a Sunnei, che di anni ne compie dieci ma che sceglie di far indossare i nuovi capi a indossatori senior, volti vissuti che hanno da raccontare probabilmente più degli abiti, passando per i cinquant'anni di Iceberg. Ciò che è stato continua ad essere rilevante per i creativi che riconoscono ciò che ha davvero valore e lo abbracciano con affetto. Hanno fatto così Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che hanno inventato una intera collezione partendo dallo stile iconico di Madonna, e Fausto Puglisi che ha omaggiato lo scomparso Roberto Cavalli mandando in passerella gli abiti disegnati da lui nei primi del Duemila, la sua golden age.

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