Jacopo Tissi: “Con la danza ritroviamo il senso della nostra umanità oltre ogni divisione”

Sarà un abbraccio tra le arti per lanciare un messaggio di pace e solidarietà. Un momento di riflessione, spirituale e artistica, per ricordare e ritrovare quel senso di fratellanza spesso dimenticato. Memorare ’24, Danza e canto per la pace, porterà nella Basilica di San Petronio a Bologna, il prossimo lunedì 16 settembre alle ore 20.30*, artisti di fama internazionale che hanno risposto all’invito del cardinale Matteo Zuppi a unirsi per dare un segnale di speranza, un argine ai venti di guerra antichi e attuali con i fronti aperti in Ucraina e Medio Oriente. In scena, in una serata gratuita che sarà occasione per riflettere e per dare anche un contributo concreto con un’offerta libera alla Caritas bolognese , ci saranno: l’attore Gabriele Lavia, Jacopo Tissi e Maia Makhateli, entrambi Principals al Dutch National Ballet, la stella del flamenco Sergio Bernal, i coreografi e interpreti Sasha Riva e Simone Repele con la danzatrice giapponese Yumi Aizawa, le danzatrici Estelle Bovay e Arianna Kob di CCN/Aterballetto. Ad accompagnarli dal vivo i professori d’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Risuonerà il canto della sua Cappella Musicale, diretta dal Maestro Michele Vannelli. L’evento, promosso dalla Chiesa di Bologna, dal Comune di Bologna, dal Teatro Comunale di Bologna, è un progetto di Vittoria Cappelli, che ne cura la direzione artistica insieme a Valentina Bonelli e don Stefano Culiersi. Abbiamo raggiunto al telefono Jacopo Tissi, uno dei danzatori più talentuosi al mondo che, poco dopo esser stato nominato étoile del Teatro Bolshoi , decise di lasciare Mosca a causa dell’invasione russa in Ucraina. La guerra ha segnato e cambiato completamente la sua carriera. È questo un tempo da vivere diversamente, proponendo gesti e pensieri ispirati alla fraternità e non alla divisione. Memorare ’24 nasce da qui e vuole essere un invito alla speranza oltre i conflitti e le preoccupazioni presenti. L’arte cosa può fare? Penso che l’arte, e quindi la danza nel mio caso, sia in grado di costruire un ponte comunicativo che arriva a tutti. E questo è un po’ il messaggio che, da quando sono rientrato da Mosca, ho cercato di dare. La danza è un’arte che non ha parole ma che, attraverso i gesti e le emozioni, riesce sempre a unire le persone sotto quella magia che ci fa entrare in una dimensione in cui possiamo tutti capire qualcosa in più. Con la danza ritroviamo il senso della nostra umanità superando ogni divisione. L’arte ci rende spettatori universali. Si respira bellezza, c’è una sensazione quasi di estasi che ti trasporta in una dimensione più profonda. Dostoevskij scriveva: “La bellezza salverà il mondo”. L’auspicio è che Memorare ’24, che nasce come evento in preparazione del Giubileo 2025, sia un’esperienza che riesca ad unire, nell’incanto dell’arte, persone, sensibilità e appartenenze diverse per ricordare che siamo tutti fratelli. Nella Basilica di San Petronio riecheggeranno le parole scritte da Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli Tutti interpretate dall’attore Gabriele Lavia. Qual è il tuo rapporto con Dio e con la religione? Io sono credente, credo in Dio e ci sono dei momenti in cui mi rivolgo a lui. Non saprei esattamente inquadrare la figura di questa entità ma sento che c’è. È un pensiero che rivolgo non solo nei momenti difficili. A volte è legato a chi non c’è più. È anche un conforto sapere che Dio ci sia. In quale forma? Ognuno è libero di scegliere sotto quale cielo stare. Nella storica cornice della Basilica di San Petronio la danza, la musica e il canto si uniranno intorno a tre temi in forma di dittici per un totale di sei momenti coreografici: guerra , transizione , pace . Di quali momenti sarai protagonista? Danzerò l’adagio dell’atto bianco tratto da Giselle insieme con Maja Makhateli, è un momento del secondo atto in cui ritroviamo sia la transizione che la compassione. In cui emerge tutta la resilienza di Giselle che, nonostante il tradimento di Albrecht, riesce ad avere compassione per un uomo che ha amato in modo vero. C’è un grande perdono in questo personaggio e anche un forte senso di protezione. Giselle, infatti, lo difende dalle Villi. Potrebbe scegliere la strada della vendetta ma sceglie quella del perdono. È un grande insegnamento. Penso che danzare questo adagio all’interno di un posto così sacro ci farà respirare un’energia che crescerà anche nel corso della serata. Nel mondo in cui viviamo, temi come la compassione e la fraternità sono spesso schiacciati da altri interessi come il potere. Memorare ’24 è una buona occasione per far ritrovare questi valori al pubblico attraverso la danza. Chiudono la serata due momenti coreografici dedicati alla pace: una coreografia inedita di Angelin Preljocaj, appositamente creata per Memorare ’24, e l’assolo che hai portato con te lasciando il Bolshoi. Un pezzo, nato in pandemia, che vuole essere un po’ una metafora del non rassegnarsi e del non pensare che sia inutile ogni tentativo di riappacificazione… Si tratta di un estratto tratto da The Ninth Wave, un balletto fatto per il Bolshoi che parlava della vita molto complessa del pittore russo Ivan Ajvazovskij. Allora, sulle note di Nikolaj Riimskij-Korsakov, il coreografo Bryan Arias interpretò il dipinto del naufragio La Nona onda e mi spiegò: “In questo assolo è come se tu riguardassi un po’ la tua vita, le tue opere, e avessi un senso di riconciliazione con tutto il bello ma anche con le difficoltà che ti sei portato dietro”. Ed è quello che ho portato con me in questi ultimi anni. È un po’ un guardarsi dentro e sentire l’emozione di tutto il bello che ho vissuto nonostante le difficoltà della mia storia. Hai avuto anche un altro momento difficile, dopo la scelta di lasciare Mosca, a causa di un infortunio arrivato poco dopo il nuovo inizio al Dutch National Ballet … Sì, sono stato fermo 5 mesi e all’inizio anche i medici temevano uno stop decisamente più lungo. E non c’era certezza dei tempi e neanche di un recupero completo. Ho fatto davvero di tutto per riuscire a tornare in scena in fretta ma è stato un periodo molto complicato fisicamente e anche psicologicamente. Un danzatore si nutre di danza. Ma io, anche nei momenti più bui, dentro di me sapevo che ce l’avrei fatta. E così è stato. Ora ho di fronte una nuova stagione ricca per me di tante esperienze nuove. L’11 settembre debutto in Four Schumann Pieces di Hans Van Manen e sto provando proprio con lui. Ha 92 anni ed è una persona incredibile. È davvero un privilegio poter essere in sala con una leggenda vivente. E poi, a ottobre, affronterò per la prima volta Don Chisciotte. È stato l’ultimo ruolo che avevo iniziato a preparare con il mio maestro del Bolshoi. Mi chiese se mi sentivo pronto per affrontare qualcosa di nuovo e così iniziammo a lavorare sul ruolo di Basilio. Poi la guerra ha cambiato la mia vita e interrotto la mia carriera lì. Tornando a Memorare ’24, con te ci saranno altri danzatori. Hai già avuto modo di incontrarli in altre occasioni? Sì alcuni sì. Conosco Sergio Bernal che interpreterà, su una versione musicale composta da Giuseppe Verdi del Padre Nostro, una coreografia proposta in prima assoluta, e anche Saha Riva e Simone Repele coreografi e interpreti, insieme alla danzatrice Yumi Aizawa, di Histoire du Soldat. Sarà bello ritrovarsi. * L’ingresso è gratuito previa prenotazione sul canale Eventbrite e sul sito del Teatro Comunale di Bologna. https://www.tcbo.it/

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Jacopo Tissi: “Con la danza ritroviamo il senso della nostra umanità oltre ogni divisione”