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Sanremo 2024, Geolier: "Orgoglioso di portare all'Ariston la mia Napoli"

Spettacolo

Fabrizio Basso

Credit Matteo Baglyo Baglioni

L'artista napoletano porta in gara I p’ me, Tu p’ te, un brano interamente scritto nella sua lingua. E dopo il Festival lo attendono tre concerti allo Stadio Maradona e uno al Lucca Summer Festival

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Il viaggio di Geolier trova sul palco dell’Ariston (GUARDA LO SPECIALE SANREMO) una consacrazione ma il suo viaggio lungo oltre un anno (il suo album Il Coraggio dei Bambini è stato certificato cinque volte disco di Platino, ndr) e destinato, fatalmente e fortunatamente, ad allungarsi in questo 2024 ha una ben precisa liturgia che trova (ulteriore) conferma nell’annuncio della sua terza data allo stadio Maradona. Nel raccontarlo pare incredulo: “I tre concerti a Napoli saranno una festa per l’intera città, una sorta di secondo scudetto. A Napoli tutti mi fermano per scattare foto, a Milano è diverso: la gente mi saluta ma non è come nella mia città”. Per altro è stato annunciato anche un concerto al Lucca Summer Festival il prossimo 5 luglio. Ma prima di entrare nello stadio c’è da affrontare il palco del Teatro Ariston. Il suo brano I p’ me, Tu p’ te in occasione dei pre-ascolti ha diviso. Portare a Sanremo un brano tutto in napoletano ha mosso qualche perplessità ma ha anche portato gioia ed entusiasmo per una scelta temeraria e in linea con la filosofia dell’artista: “Il pezzo è nato per Sanremo -spiega Geolier- ma era comunque destinato a essere parte di un disco; Amadeus mi ha dato l’opportunità di partecipare con un brano in napoletano ma dico che per me arrivare e cantare all’Ariston è già una vittoria. Tutto quello che arriverà dopo sarà un qualcosa in più”. Poi sorride e col pensiero torna alla sua città e sottolinea che “è un momento bellissimo per Napoli, città che è sempre stata piena di iniziative: negli anni ha seminato bene ed ora sta raccogliendo i frutti. E io non mi sono mai snaturato e questo brano lo conferma”.

A Sanremo Geolier sarà sostenuto dai suoi amici della SLF (“Abbiamo già fatto i biglietti!”, gli hanno assicurato) e non gli dispiacerebbe, se verrà autorizzato, mettere dei maxischermi in piazza. L’attesa è anche per la serata delle cover, quella del venerdì: conferma che è già tutto deciso e alla domanda se ci sarà qualcuno dei Co’Sang ribatte “magari! Ma no, non sono loro”. Ma anche se fosse non avrebbe potuto dirlo. Il Festival per Geolier è anche una questione di cuore: “Ho sempre guardato Sanremo con mamma e papà, sul divano: l’Ariston è un palco magico. Tutti i giorni provo il brano, anche con l’annuncio “dirige l’orchestra…canta Geolier!” Mi sto preparando molto perché voglio fare bene”. In caso di vittoria ci sarebbe l’Eurovision ma lui non si sbilancia: “Sarebbe una cosa in più, stiamo andando un po’ troppo oltre!”. Tornando invece indietro racconta che i suoi maestri sono i Co’Sang (indossa una maglietta con il loro simbolo, ndr), ma anche Pino Daniele, Massimo Troisi, la cultura neomelodica e Lucio Dalla “che amava tantissimo la mia città. Napoli non è solo Gomorra, serie per altro che mi è molto piaciuta, e Mare Fuori: abbiamo tanto altro da raccontare e io sono onorato di poterlo fare. Mi sento quasi un giornalista proprio perché racconto quello che accade. Mi ispiro e faccio ispirare da ciò che vivo ogni giorno: amo la mia città e le persone che ci vivono. Anche fare le foto con chi mi ferma. Tutto”.

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