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Dior Haute Couture, dialogo tra arte e artigianalità. Il mondo come atelier

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Luglio è tradizionalmente il mese dell’Alta Moda. Sono ben 29 gli stilisti che presenteranno le proprie collezioni per il prossimo autunno-inverno sulle passerelle parigine, ad inaugurare la settimana dell’Haute Couture Schiaparelli e Christian Dior

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L’Haute Couture di Parigi si apre con la sfilata Schiaparelli

Al Musée des arts décoratifs, allestito per l’inaugurazione della mostra 'Shocking: Les mondes surréalistes d’Elsa Schiaparelli', va in scena l’Alta Moda firmata Daniel Roseberry.

Una collezione in cui il direttore creativo della Maison confessa di essersi sentito per la prima volta legittimato ad essere più vicino al lavoro di Elsa Schiaparelli, e per questo estremamente libero. In passerella il surrealismo di cui la couturier è pienamente simbolo, ma recuperato in una versione giocosa e leggera.

“La stagione scorsa”, spiega Roseberry a margine dello show,  "abbiamo lavorato con il nero, l’oro e il bianco. Questa volta abbiamo portato in passerella  molto più colore, molta più gioia e anche più romanticismo. Tutta la collezione è una sorta di innamoramento con la moda.”

Sulle note di Jurassic Park e Star Wars sfilano corsetti e bustier, enormi orecchini, cappe fermate da spille, grandi fiori tridimensionali. Innumerevoli riferimenti alla storia di Elsa Schiaparelli.

Una collezione sexy e seducente, ma con uno spirito giocoso e leggero. 

"Il percorso più difficile", afferma Roseberry, "consiste nel rimanere un professionista coinvolto nel contesto sociale e allo stesso tempo, nel proprio lavoro, osare il ritorno ad una sorta di innocenza creativa, di lottare per rimanere vicini a quella persona che si è innamorata della moda e delle sue possibilità, di non soccombere al cinismo o al logorio del mondo. Spero che questo spirito emerga dalla collezione: spero che chi la vedrà, potrà comprendere quanto ci siamo appassionati."

Dior, dialogo tra culture e tradizioni differenti. Il mondo come atelier

Un filo che unisce culture, tradizioni e savoir-faire, un filo che dall’India arriva a Parigi per realizzare bellezza.

La nuova collezione Haute Couture disegnata da Maria Grazia Chiuri per Christian Dior nasce ancora una volta dal desiderio di mettere in dialogo l’arte con l’artigianato.

Il punto di partenza è l’opera di Olesia Trofymenko, artista ucraina che unisce pittura e ricamo per dare vita all’immagine dell’albero della vita. Simbolo della connessione tra terra e cielo, del ciclo della vita ed elemento trasversale in tutte le culture, ma soprattutto molto vicino al sentire della stilista alla guida del womenswear della Maison di Lvmh.

Tutta la sfilata è una conversazione tra culture e tradizioni differenti che si basano sul savoir-faire e soprattutto “sulla volontà”,  spiega Maria Grazia Chiuri in conferenza stampa, "di non chiudersi in un’idea identitaria che fa paura.”

“Tutto è in dialogo, è questa capacità di dialogo che crea altro, sempre.”

Un dialogo con l’atelier di Parigi, con tanti altri giovani laboratori che realizzano tessuti a mano con piccoli telai,  ma soprattutto con quell’atelier che è il mondo.

Una collezione  molto intima e personale, articolata come una sequenza di pezzi che richiamano il folklore dell’umano sapere, con meno giacche rispetto alle stagioni passate, più soft sia per vestibilità che per attitudine. Estremamente lussuosa ma nello stesso tempo portabile.

Abiti che possiedono un senso di memoria, senza tempo ed eternamente parte del proprio guardaroba.

Haute Couture come territorio in cui sperimentare, una moda per chi sa aspettare ma anche per chi ne sa apprezzare l’enorme valore.