Andrea Tarabbia vince il premio Campiello 2019 con Madrigale senza suono

Spettacolo

Lo scrittore ha trionfato con il suo "Madrigale senza suono" ricevendo 73 voti sui 277 arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi durante la 57esima edizione della rassegna

Andrea Tarabbia si è aggiudicato il pedito da Bollati Boringhieriremio Campiello 2019 con il suo "Madrigale senza suono", edito da Bollati Boringhieri. Lo scrittore ha ricevuto 73 voti sui 277 espressi dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori anonimi. Al secondo posto "Carnaio" di Giulio Cavalli con 60 voti. Sul podio c'è anche "La vita dispari" di Paolo Colagrande.

Il romanzo saggio "Madrigale senza suono"

Tarabbia, con il personaggio di "Gesualdo da Venosa", tra genio, delitto e follia, in "Madrigale senza suono" rilancia la figura del madigralista vissuto tra Cinquecento e Seicento, riscoperto da Stravinskij e sul quale Bernardo Bertolucci aveva un progetto di film, in un avvincente romanzo-saggio. "Attraverso Gesualdo da Venosa, racconto il rapporto tra il bene e il male, tra il bianco e il nero. Madrigalista finito nell'oblio, aveva ucciso la moglie ed era un genio. Ho provato a mettere insieme tutti questi elementi mescolando il passato con il Novecento" ha raccontato lo scrittore che è al suo secondo Premio Campiello, dopo essere arrivato tra i primi cinque nel 2016 con "Il giardino delle mosche".

"Carnaio", il libro ispirato da un reportage sui migranti

"Carnaio" di Giulio Cavalli, scrittore e autore teatrale che dal 2007 vive sotto scorta a causa del suo impegno contro le mafie, è invece un libro ispirato alla realtà, nato da un reportage a Pozzallo dove un pescatore gli ha raccontato che spesso accade di trovare pezzi di corpi di migranti nelle reti di pescaggio e come sia abitudine dei pescatori ributtare in acqua questi cadaveri. "Usò un termine che mi colpì molto: 'questi cadaveri sono lessi'", ha detto l'autore.

Al terzo posto "La vita dispari"

Arrivato terzo nella 57esima edizione del premio, Paolo Colagrande è in realtà al suo terzo Campiello dopo aver vinto l'Opera Prima nel 2007 e nel 2015 in cinquina. Nel romanzo "La vita dispari", lo scrittore ha inventato un personaggio apparentemente non plausibile. "L'implausibilità di Buttarelli è che vede solo la metà delle cose e per lui la metà diventa l'intero - ha spiegato -. È un personaggio surreale che ho messo nella vita comune. In realtà Buttarelli è come ciascuno di noi".

Gli altri autori premiati

Al quarto posto è arrivata Laura Pariani, già nella cinquina del Campiello, che in "Il gioco di Santa Oca", 52 voti, ha spostato l'attenzione verso la campagna in cui è nata, nella brughiera lombarda, nel 1652 dove il bandito Bonaventura Mangiaterra, affascina i suoi compagni con la bella parola lottando perchè non ci siano differenze tra poveri e ricchi. All'ultimo posto, con 38 voti, Francesco Pecoraro, architetto di formazione, già in cinquina del Premio Strega con "La vita in tempo di pace" nel 2014, che nel suo "Lo Stradone" ci racconta, seguendo la tradizione del nostro romanzo novecentesco, un uomo di circa 70 anni che osserva cosa accade nel quartiere di una metropoli decadente che fa pensare a Roma con un ampia digressione sul passaggio di Lenin in quella zona. Alla Fenice è poi stato consegnato anche il riconoscimento alla carriera a Isabella Bossi Fedrigotti, Premio Fondazione Il Campiello 2019, già vincitrice del Premio Selezione Campiello nel 1991 con "Di buona famiglia". Sul palco sono saliti anche Marco Lupo, vincitore del Campiello Opera Prima con "Hamburg" e il cagliaritano Matteo Porru, vincitore del Campiello Giovani con "Talismani". 

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