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Pompei, il Teatro Mobile porta in scena "Octavia" tra gli scavi

Spettacolo
Lo spettacolo toccherà la Basilica, il Foro, la via dell'Abbondanza, le Terme Stabiane, il teatro piccolo e quello grande (Getty Images)

La tragedia sulla moglie di Nerone sarà protagonista sabato 11 e domenica 12 novembre. Uno spettacolo itinerante che associa i luoghi, le parole e le persone alla ricerca della "memoria dell'antico"

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Un modo nuovo per apprezzare le bellezze di Pompei attraverso le storie del passato. All’interno del parco archeologico arriva il Teatro Mobile – Memoria e immaginario di Roma che, sabato 11 e domenica 12 novembre, porterà in scena la tragedia " Octavia". L'esperimento scenico, disponibile per posti limitati, sarà gratuito e prevederà solo il pagamento del normale costo di accesso agli scavi.

L’unica tragedia romana "superstite"

La tragedia narra di Ottavia, la sposa che Nerone abbandona per Poppea condannandola all'esilio e alla morte, ed è l'unica tragedia praetexta, ovvero d'ispirazione romana anziché greca, che è arrivata integralmente ai giorni nostri. Attribuita in passato a Seneca (anche se questa paternità è considerata ormai dubbia), è stata tradotta e adattata da Pina Catanzariti per andare in scena a Pompei. Protagonisti dello spettacolo saranno Galatea Ranzi, Nicola D'Eramo, Pietro Faiella, Liliana Massari, Galliano Mariani, Paolo Musio, con la partecipazione straordinaria di Ludovica Modugno. La messinscena, come da tradizione del Teatro Mobile, è itinerante e permetterà agli spettatori di fare un "viaggio nel tempo", durante il quale incontreranno Ottavia, Seneca e Nerone, ma anche la voce del fantasma di Agrippina e quelle del coro dei cittadini Romani. L'obiettivo dell'esperimento, spiegano gli organizzatori, è associare i luoghi, le parole e le persone alla ricerca della "memoria dell'antico".  

Ascolto in cuffia

I visitatori-spettatori potranno godere dello spettacolo attraverso audiocuffie con le quali ascolteranno la partitura testuale, sonora e musicale del dramma. La messinscena partirà dalla Basilica e attraverso il Foro, la via dell'Abbondanza, le Terme Stabiane e il teatro piccolo arriverà al teatro grande. Il dramma, spiegano i promotori, si allontana dalla tradizione sperimentando "l'efficacia di un dispositivo scenico che ha il connotato della leggerezza e della mobilità". Il progetto è approdato a Pompei dopo il successo delle anteprime nell'Estate Romana 2016 e grazie al contributo diretto del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo e all'ospitalità del Parco archeologico.