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Molecole organiche scoperte a 12 miliardi di anni luce dalla Terra

Scienze

È la prima volta che simili composti vengono rilevati in una galassia così distante, appartenente al cosiddetto Universo “bambino”, quando aveva circa il 10 percento della sua età attuale

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In una galassia lontanissima, sita a ben 12 miliardi di anni luce dalla Terra, gli scienziati hanno scoperto molecole organiche complesse. La curiosità della scoperta risiede nel fatto che questi composti, caratterizzati da atomi di carbonio, sono legati ai mattoni della vita. La loro presenza ai primordi dell'Universo suggerisce che questi elementi potrebbero essersi diffusi ovunque e aver innescato la vita su una moltitudine di corpi celesti.

La scoperta

A scoprire le molecole organiche complesse nella galassia, chiamata SPT0418-47, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto di Fisica Fondamentale e Astronomia presso l'Università Texas A&M, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Astronomia dell'Università dell'Illinois, del Cosmic Dawn Center dell'Università Tecnologica della Danimarca, dell'Università di Montreal e di numerosi altri istituti nel mondo. I ricercatori, con a capo da Justin S. Spilker, Joaquin Vieira, Kedar Phadke e altri studiosi, sono riusciti a intercettare le molecole organiche grazie a un fenomeno naturale chiamato lente gravitazionale e alla potenza del Telescopio Spaziale James Webb, lanciato nello spazio il giorno di Natale del 2021.

Che cosa è la lente gravitazionale?

La lente gravitazionale è un fenomeno che permette di amplificare enormemente la luce di un oggetto molto distante, come quella della galassia SPT0418-47, grazie alla presenza di un altro oggetto che si trova nella stessa “linea di tiro” se osservato dalla Terra. Questa “amplificazione” – di oltre trenta volte – associata al potere risolutivo del James Webb nell'infrarosso ha permesso ai ricercatori di analizzare i diffusi granelli di polvere della galassia. Questi granelli assorbono parte dell'energia emessa dalle stelle e la riemettono proprio nell'infrarosso, permettendo all'occhio del rivoluzionario telescopio di rilevare gli elementi presenti.