Uno studio pubblicato sul The Astrophysical Journal spiega quale potrebbe essere la causa della crescita accelerata dell'universo
Gli astronomi sanno da due decenni che l'espansione dell'universo sta accelerando, ma la fisica di questo aumento di velocità è sempre rimasta un mistero. Oggi nuovi indizi sono arrivati da un team di ricercatori dell'Università delle Hawai a Mānoa, che ha fatto una nuova previsione: l'energia oscura responsabile di questa graduale accelerazione proviene da un vasto mare di oggetti compatti sparsi nei vuoti tra le galassie. Questa conclusione è parte integrante di uno studio pubblicato sul The Astrophysical Journal.
Il fenomeno
L’energia oscura è un’energia dalla natura misteriosa alla quale si deve l’espansione accelerata dell’universo e che occupa circa il 70% del cosmo. Proviene da un vasto mare di oggetti compatti sparsi nei vuoti tra le galassie, ma la sua natura è sconosciuta. Per gli autori della ricerca, potrebbe alimentarsi dall’ espansione dell’universo. Kevin Croker, che ha condotto lo studio, e il suo team hanno infatti indagato su come questi oggetti si spostano nello spazio. Hanno scoperto che è la loro rotazione a determinare come si muovono l'uno rispetto all'altro. Se i loro strati esterni ruotano lentamente, si ammassano più rapidamente dei buchi neri. Questo perché guadagnano massa dalla crescita dell'universo stesso. Se ruotano alla velocità della luce, tuttavia, il guadagno in massa diventa dominato da un effetto diverso e cominciano a respingersi a vicenda.
Gli studi futuri
Aver determinato la possibile esistenza di una culla dell’energia oscura negli spazi tra le galassie non spiega, però, quali leggi fisiche ne governino formazione ed evoluzione. È uno degli attuali misteri del cosmo, da cui dipende anche la comprensione del suo destino finale. Secondo gli esperti, maggiori indizi sull’energia oscura potrebbero arrivare dallo studio delle onde gravitazionali, increspature dello spaziotempo generate da violenti fenomeni cosmici, come la collisione tra buchi neri o stelle di neutroni. A partire dai futuri studi sulle onde gravitazionali con strumenti di maggiore sensibilità, sia terrestri che mandati nello spazio.