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Long Covid, una ricerca mostra gli effetti sul cervello

Salute e Benessere
©Getty

Un articolo pubblicato su Scientific Reports ha mostrato come i pazienti affetti da Long Covid mostrino una significativa alterazione della perfusione cerebrale, che si traduce in un inadeguato apporto di sangue al cervello: ecco che cosa è emerso

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I pazienti affetti da Long Covid che manifestano deficit cognitivi mostrano una significativa alterazione della perfusione cerebrale, che si traduce in un inadeguato apporto di sangue al cervello. A dirlo è un articolo pubblicato su Scientific Reports della linea editoriale Nature a firma di Miloš Ajčević, Katerina Iscra, Giovanni Furlanis, Marco Michelutti, Aleksandar Miladinović, Alex Buoite Stella, Maja Ukmar, Maria Assunta Cova, Agostino Accardo e Paolo Manganotti. In particolare, sottolineano gli autori dello studio, la riduzione del flusso ematico a livello cerebrale è stata osservata prevalentemente nelle aree bilaterale frontale, temporale e parietale rispetto a persone sane: un dato che supporta l’ipotesi della presenza di una vasta disfunzione nei pazienti osservati (TUTTE LE NOTIZIE SUL COVID-19).

La sindrome da Long Covid

La ricerca è partita dalla considerazione che i deficit cognitivi sono uno dei sintomi già diffusi nella sindrome da Long Covid. Tra gli altri si segnalano anche un aumento della stanchezza, dolori muscolari diffusi, perdita del senso del gusto e dell’olfatto, mal di testa e disturbi del sonno. Gli esperti hanno studiato le alterazioni della perfusione cerebrale - cioè eventuali variazioni nel flusso di sangue che raggiunge l’encefalo - utilizzando avanzate tecniche di neuroimaging non invasive. Osservando 24 pazienti con un’età mediana di 53 anni - di cui 15 donne e 9 uomini - che presentavano persistenti disturbi cognitivi dopo aver contratto il Covid-19, si è potuta osservare una diminuzione del flusso sanguigno nel cervello.

L’ipoperfusione cerebrale

Le zone del cervello maggiormente colpite da questa ipoperfusione sono risultate essere la corteccia frontale, parietale e temporale. Inoltre è apparso come le aree cerebrali colpite fossero più estese nell’emisfero destro. Queste evidenze, scrivono i ricercatori nell’articolo pubblicato su Nature, supportano l’ipotesi che i pazienti affetti da Long Covid che manifestano disturbi cognitivi siano interessati da un’ampia disfunzione della rete cerebrale. Infine, gli esperti sottolineano come la natura non invasiva delle tecniche utilizzate per condurre la ricerca potrebbero giocare un ruolo importante nel monitorare e trattare i pazienti affetti dalla sindrome del Long Covid.

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