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Covid, Agenas: occupazione reparti stabile al 6%, intensive al 2%

Salute e Benessere
©Getty

Sono i numeri riportati nell’ultimo report dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, relativo all'11 settembre 2022, ma pubblicato in data odierna

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In Italia, dopo il calo dei giorni scorsi, nelle ultime 24 ore è rimasta stabile al 6%  l’occupazione dei reparti di “area non critica” da parte dei pazienti Covid. Un anno fa il medesimo valore era al 7%. Nello specifico, solo in Umbria la percentuale di posti occupati per Covid nei reparti ordinari supera la soglia di allerta del 15%, attestandosi al 18%. Sempre a livello nazionale, nelle ultime 24 ore è rimasta stabile al 2% anche la percentuale che concerne l'occupazione delle terapie intensive e tutte le Regioni sono sotto la soglia del 10%. Il dato, 12 mesi fa, risultava al 6%. Sono i principali numeri diffusi dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) e relativi all'11 settembre 2022, ma pubblicati in data odierna. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Il dettaglio regionale dei reparti di “area non critica”

Esaminando nel dettaglio il monitoraggio di Agenas e sempre considerando l’arco delle 24 ore, la percentuale dei posti nei reparti ospedalieri di area medica, o “non critica”, occupata da pazienti positivi al Covid-19 è cresciuta in 5 Regioni o e province autonome, Molise (6%), Pa Bolzano (4%), Pa Trento (9%), Umbria (18%), Valle d'Aosta (6%); mentre è risultata in calo in Basilicata (6%), Calabria (15%), Campania (6%), Sicilia (7%), Toscana (4%). Lo stesso dato è rimasto stabile in 11 Regioni: Abruzzo (al 8%), Emilia Romagna (8%), Friuli Venezia Giulia (10%), Lazio (7%), Liguria (9%), Lombardia (5%), Marche (6%), Piemonte (4%), Puglia (6%), Sardegna (5%) e Veneto (5%).

La situazione nelle terapie intensive

Nel medesimo arco di tempo, l'occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 è stata segnalata in calo in Calabria (2%) e Molise (0%), mentre è cresciuta in Campania (2%) e Sardegna (3%). Il dato è, invece, rimasto stabile in 14 Regioni: Abruzzo (al 2%), Basilicata (1%), Emilia Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (4%), Lombardia (1%), Marche (1%), Pa Trento (2%), Pa Bolzano (1%), Piemonte (1%), Puglia (2%), Sicilia (3%), Toscana (1%) e Veneto (1%). In Liguria (1%), Umbria (0%) e Valle d'Aosta (0%) la variazione non è risultata disponibile.

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