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Dall’Australia arriva una tecnica che moltiplica i trapianti di cuore

Salute e Benessere

La procedura, eseguita entro mezz’ora dall’arresto cardiaco, consente di eseguire più donazioni. La tecnica è stata adottata in diversi Paesi nel mondo

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Arriva dall’Australia un’importante metodo che consente di moltiplicare il numero dei trapianti di cuore riusciti. Pubblicata sulla rivista Transplantation, una nuova valutazione del programma mette in evidenza tutti i benefici di questa nuova tecnica, che rappresenta una speranza per il futuro delle donazioni.

Un trapianto innovativo

Come pubblicato in Transplantation, l’ultima valutazione del programma mostra che questa nuova tecnologia ha aumentato del 25% il numero di trapianti eseguiti nell'istituto di ricerca cardiaca Victor Chang di Sydney, e nell’ospedale St Vincent’s. Negli ultimi otto anni sarebbero 78 i trapianti di cuore riusciti in Australia condotti con questa procedura eseguita dopo la morte circolatoria, detta DCD (Donation After Circulatory Death). In un campione di 74 trapianti eseguiti con il metodo tradizionale e la nuova tecnica, è stata rilevata una differenza trascurabile nei tassi di sopravvivenza dopo un anno e dopo cinque anni dall’intervento. Il metodo DCD, infatti, consente di eseguire la donazione anche dopo che il cuore ha smesso di battere, diversamente dalla tecnica tradizionale dove i cuori donati devono essere trasmessi da soggetti in stato di morte cerebrale il cui cuore batte ancora.

 

Come funziona la nuova tecnica

Prima di essere “consegnati” al ricevente, con il metodo DCD, entro trenta minuti da quando è stato staccato il supporto vitale, il cuore viene preso, estratto e irrorato con una soluzione ossigenata per la conservazione del sangue. Trasportato in uno speciale congegno, viene poi consegnato al soggetto interessato. Intervenuto sulla scoperta, il professor Peter MacDonald, cardiologo capo della squadra di trapianti DCD dell'ospedale St. Vincent’s, si è così espresso: “Sono cuori che altrimenti non avrebbero potuto essere utilizzati”. La tecnica, che consente di eseguire più donazioni, è stata successivamente adottata anche in diversi ospedali al di fuori dell’Australia, presenti in Usa, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. La nuova procedura potrebbe rappresentare un grande passo in avanti per le donazioni, e potrebbe essere una svolta nel futuro dei trapianti.

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