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L'ottimismo allunga la vita: lo studio di Harvard su oltre 150mila donne

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Livelli più elevati di ottimismo sarebbero associati a una durata della vita più lunga e a una maggiore probabilità di vivere oltre i 90 anni di età. A indicarlo una ricerca pubblicata sul Journal of the American Geriatrics Society

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Chi è ottimista vive più a lungo. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society e condotto dai ricercatori di Harvard su 159.255 donne ha osservato una stretta relazione fra l'affrontare la vita in modo positivo e la longevità. Gli stessi studiosi avevano già condotto uno studio simile su donne bianche non ispaniche, giungendo alla stessa conclusione. I nuovi risultati, dunque, confermano questa correlazione su donne etnicamente diverse.

Lo studio nel dettaglio

Dallo studio è emerso che livelli più elevati di ottimismo sarebbero associati a una durata della vita più lunga e a una maggiore probabilità di vivere oltre i 90 anni di età. L'atteggiamento che si ha nei confronti della vita dunque può fare la differenza, ma l'allungamento della vita è determinato anche dal suo effetto indiretto. Lo studio precedente ha dimostrato infatti che gli individui più ottimisti adottano approcci più proattivi per promuovere la propria salute e sono più propensi a impegnarsi in comportamenti sani, come una maggiore attività fisica e una dieta più sana.

I risultati

La nuova analisi ha dimostrato che i fattori dello stile di vita rappresentavano quasi un quarto dell'associazione ottimismo-durata della vita e che fattori psicologici positivi sono associati a un minor rischio di morbilità e mortalità. La ricerca ha inoltre associato l'ottimismo e l'aspettativa generalizzata di esiti futuri positivi a migliori risultati sulla salute, inclusa un'eccezionale longevità. In conclusione, sebbene l'ottimismo sia in parte ereditabile (dal 23%-32%), lo studio ha dimostrato che sarebbe possibile migliorare l'ottimismo con metodi attivi, come esercizi di scrittura e strategie cognitivo-comportamentali. I risultati suggeriscono, dunque, che l'ottimismo può essere un nuovo obiettivo di intervento per migliorare la salute.

 

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