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Anoressia in gravidanza, pubblicate le prime linee guida contro i rischi

Salute e Benessere
©Ansa

Ne soffre una donna incinta su 200. Le raccomandazioni, pubblicate su The Lancet Psychiatry, sono state redatte da un team di ricercatori del Center for Women's and Children's Mental Health della Monash University di Melbourne, in Australia

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Pubblicate le prime linee guida per il trattamento dell'anoressia in gravidanza. Disponibili su The Lancet Psychiatry, le ha redatte un team di ricercatori del Center for Women's and Children's Mental Health della Monash University di Melbourne, in Australia, con l'obiettivo di ridurre i rischi per le donne e per i neonati, legati alle condizioni di salute della mamma durante la gravidanza.

Anoressia nervosa: cos'è

L'anoressia nervosa è un disturbo potenzialmente grave, cronico e recidivante, più comune nelle donne in età fertile che nelle altre fasce di età. Secondo le stime, ne soffre una donna incinta su 200. Questo disturbo, in generale, comporta un importante aumento di rischi per la salute della donna e, in gravidanza, rappresenta anche un grave fattore di rischio per il nascituro. Tant'è che stando ai risultati di uno studio canadese, citato dalle raccomandazioni, tra le donne in gravidanza che soffrono di anoressia nervosa è doppio il rischio di morte del nascituro; mentre la probabilità di parto pre-termine è 1,32 volte maggiore rispetto alle altre donne. Inoltre, è 1,69 volte più alto il rischio che il bimbo sia sottopeso alla nascita.

I rischi

"A differenza dei disturbi dell'umore e dei disturbi d'ansia e psicotici, sono disponibili poche indicazioni e ricerche per l'anoressia nervosa in gravidanza", ha spiegato Megan Galbally, coordinatrice del team di esperti che ha elaborato le raccomandazioni. Sulle pagine della rivista specializzata, i ricercatori hanno inoltre sottolineato che "la gestione dell'anoressia nervosa richiede un approccio multidisciplinare che includa almeno competenze nell'ambito della salute mentale, dell'assistenza nutrizionale e della gravidanza", in quanto questo disturbo potrebbe influenzare gli esiti ostetrici e neonatali attraverso carenze nutrizionali e vitaminiche, e ridotta massa corporea, ed è correlato anche rischi di natura psicologica e psicosociale, tra cui depressione e ansia perinatale.

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