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Protesi: un "tatuaggio elettronico" per monitorare le fratture

Salute e Benessere
Pixabay

Lo ha messo a punto un team di ricerca dell'Università di Roma Tor Vergata, per cercare di ovviare a una delle cause principali del cedimento delle protesi articolari

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Un "tatuaggio elettronico" per monitorare la presenza di micro-fratture sulle protesi, non rilevabili dall'esterno, prima che le danneggino irriparabilmente. Lo ha messo a punto il gruppo di ricerca di Elettromagnetismo Pervasivo del corso di Laurea in Ingegneria Medica dell'Università di Roma Tor Vergata, per cercare di ovviare a una delle cause principali del cedimento delle protesi articolari, ovvero la generazione di micro-fratture dovute alla fatica. Un problema che è ancora lontano dalla risoluzione, nonostante i recenti progressi nella progettazione ne abbiano ridotto significativamente l'incidenza.

Di cosa si tratta

Decritta sulle pagine della rivista specializzata Ieee Journal of Electromagnetics, Rf and Microwaves in Medicine and Biology, la nuova tecnologia va applicata sulla protesi ed è in grado di trasmettere all'esterno, in modalità wireless, informazioni sull'eventuale presenza di anomalie meccaniche superficiali.
Una volta interrogato dall'esterno, tramite un lettore simile a quello usato per leggere le etichette elettromagnetiche degli indumenti nei negozi di abbigliamento, il microchip del "tatuaggio elettronico" inietta una debole corrente nell'elettrodo e trasmette un bit di allarme, in caso di presenza di una micro-crepa.

Possibili applicazioni

Come spiegato dal team di ricerca, coordinato dal professor Gaetano Marrocco, sebbene le protesi siano studiate per durare nel tempo, il 5%-10% va incontro a cedimenti prematuri. Attualmente la presenza di micro-fratture viene rilevata per caso durante gli screening periodici utilizzando radiografie o risonanze magnetiche, o a seguito di controlli dopo l'insorgenza del dolore del paziente. A quel punto, però, lo stato del danneggiamento è ormai avanzato. Ogni anno, sottolineano i ricercatori, più di 2,9 milioni di persone in tutto il mondo si sottopongono a protesi articolari. E con il progressivo aumento dell'aspettativa di vita, è molto probabile nell'arco della propria esistenza si debba ricorrere a una o più protesi biomediche per correggere qualche difetto del corpo dovuto all'invecchiamento, a incidenti o a disfunzionalità congenite. La nuova tecnologia può quindi aiutare a monitorare lo stato delle protesi e a intervenire prima che le fratture le danneggino irriparabilmente.

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