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Covid, Di Maio: “Senza Green Pass dovremmo chiudere le imprese”

Salute e Benessere

Il ministro degli Esteri ha ribadito l’essenzialità della certificazione verde, definendola uno strumento irrinunciabile per permettere agli esercizi commerciali di restare aperti

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Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri, non ha alcun dubbio sull’utilità del Green Pass. Nel corso di un incontro con Stefano Bonaccini, il presidente dell’Emilia Romagna, lo ha definito uno strumento essenziale per tenere aperte le imprese. “O abbiamo il Green Pass e quindi un livello di vaccinazione alto, oppure dobbiamo chiudere le imprese e gli esercizi commerciali. Non c’è una via di mezzo”, ha spiegato Di Maio. “Io vedo che ci sono molte polemiche sulle attività a cui stiamo applicando il Green Pass e su quelle a cui lo estenderemo: su questo io mi affido alla comunità scientifica, agli esperti”. “Devo essere chiaro, senza Green Pass avremmo dovuto chiudere esercizi commerciali e attività economiche e questo avrebbe impattato sulla crescita e lo sviluppo del Paese”, ha aggiunto il ministro degli Esteri.

Di Maio: “Tutta la politica deve condannare le azioni dei no vax”

Di Maio ha anche parlato del clima sempre più teso dopo le aggressioni ad alcuni giornalisti e al virologo Matteo Bassetti. “Tutto l’arco politico deve condannare le violenze che stiamo vedendo da parte di sedicenti no Green Pass e no vax, che stanno manifestando con forme inaccettabili. Faccio anche un appello a tutte le forze politiche: non bisogna soffiare sul fuoco. Non bisogna lasciar pensare a qualcuno che si possa permettere di utilizzare violenza, minacciare medici e professori universitari che si battono per le campagne vaccinali”. 

 

I rapporti con l’Afghanistan

Infine, Di Maio ha affrontato la spinosa questione dell’Afghanistan. “Non possiamo dare le liste di quelli da evacuare ai talebani, né fare corridoi umanitari direttamente dal Paese. Abbiamo visto tutti il famoso comico ucciso dai talebani, abbiamo visto il musicista, abbiamo visto atti efferati e atroci. Ed è per questo che dobbiamo lavorare con Pakistan, Iran, Uzbekistan, Tagikistan, dove i profughi si stanno recando”. Di Maio ha spiegato che in settimana ci sarà una cabina di regia che si interfaccerà con le Regioni e i Comuni per garantire “la formazione ai bimbi afghani, la piena possibilità di continuare l’attività sui diritti civili a tutti gli attivisti e permettere a queste famiglie di avere un futuro”.

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