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Meyer, trapiantata bimba affetta da leucemia e positiva al coronavirus

Salute e Benessere
Meyer

Il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche è stato eseguito con successo nonostante il rischio di complicanze causato dal Covid-19. Dopo un mese la piccola paziente è tornata a casa ed è anche risultata negativa al tampone

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Una bambina positiva al coronavirus è stata sottoposta lo scorso agosto a un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche per curare una forma di leucemia mieloide ad alto rischio. Il caso non ha precedenti in Italia. Lo rende noto l'Azienda ospedaliero universitaria del pediatrico Meyer di Firenze dove è stato effettuato il trattamento La piccola, di un anno e cinque mesi, doveva essere sottoposta a trapianto in tempi rapidi, ma i tamponi rino-faringei a cui è stata sottoposta nell’arco dei mesi precedenti continuavano a dare sempre lo stesso responso di positività al Covid-19.

Una decisione delicata

 

“Non avevamo scelta, perciò abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo deciso di andare avanti” spiega Veronica Tintori, responsabile della Sezione trapianti ematopoietici del Centro di eccellenza di oncologia ed ematologia, diretto da Claudio Favre. A un mese di distanza dal trattamento, effettuato il 19 agosto, si può dire che la scelta si è rivelata giusta. La giovanissima paziente adesso dovrà seguire desso un serrato percorso di cure e controlli per monitorare l’andamento della patologia oncologica, ma il suo recupero rappresenta intanto un grande traguardo. 

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Il trapianto

 

L’operazione è stata eseguita nell’area Covid e, come detto, ha avuto esito positivo. Le cellule, donate dal padre, hanno attecchito e non si sono verificate complicanze particolari. Dopo circa un mese di degenza protetta la bambina è tornata a casa e contemporaneamente, è arrivato anche il tanto sospirato tampone negativo. “La peculiarità di questo trapianto – illustra Favre - è stata l’averlo iniziato con la piccola ancora positiva al Covid-19 e in assenza di una risposta immunitaria di guarigione. Ci trovavamo a iniziare la procedura trapiantologica in una condizione clinica paragonabile a una brutta influenza: in questi casi il trapianto viene solitamente rinviato". "Trattandosi di coronavirus il rischio di complicanze gravi era di gran lunga superiore. Una decisione quindi molto sofferta e discussa più volte da tutto il nostro gruppo di oncoematologi del Meyer” conclude.