Si chiama “PfGARP” e sarebbe responsabile di un meccanismo che causa la morte programmata delle cellule dei parassiti che, una volta nell'uomo, vivono all'interno dei globuli rossi
In uno studio che potrebbe portare ad un nuovo vaccino contro la malaria, i ricercatori della Brown University sono riusciti ad individuare un anticorpo che blocca le cellule del parassita che la causa, causandone l'autodistruzione. Lo studio, pubblicato anche sulla celebre rivista scientifica “Nature” potrebbe adesso aprire le porte verso una nuova strategia per combattere la malattia che uccide, nel mondo, circa mezzo milione di persone ogni anno, causata da protozoi parassiti trasmessi all’uomo da zanzare femmine infette, del genere “Anopheles”.
Test di laboratorio incoraggianti
Il lavoro di ricerca degli specialisti è partito dall'analisi del sangue di alcuni bambini che avevano manifestato una resistenza immunitaria naturale ad una grave infezione da malaria. Da qui gli scienziati sono riusciti ad identificare un anticorpo per una particolare proteina della malaria, chiamata “PfGARP”, che sembra proprio essere la fonte principale di protezione contro le malattie gravi. Test di laboratorio successivi poi hanno dimostrato che questi anticorpi sembrano attivare un meccanismo di autodistruzione malarica, causando la morte programmata delle cellule dei parassiti che vivono all'interno dei globuli rossi umani. I primi test sui primati non umani, secondo i ricercatori, avrebbero già dimostrato risultati promettenti, causando la morte tra il 98 e il 99% dei parassiti.
Progressi nel vaccino
Una volta completati i test, comunque, i ricercatori sperano che in futuro la vaccinazione basata sul ruolo di PfGarp possa portare a proteggere dalla malaria. "Abbiamo dimostrato, in due studi indipendenti su primati non umani, che la vaccinazione con PfGarp protegge dal parassita letale della malaria. La cosa interessante è che questa è una strategia di vaccinazione che colpisce la malaria in un modo in cui non è mai stata attaccata prima, con il parassita che diventa complice nella sua stessa morte. Speriamo che questo vaccino, forse combinato con altri antigeni malarici, si tradurrà in una strategia che può aiutare a prevenire la malaria grave", ha commentato Jonathan Kurtis, uno tra gli autori dello studio.
I numeri dell’Oms sulla malaria
Intanto l’Oms, in vista della Giornata mondiale della Malaria, che si celebra il 25 aprile, ha ricordato alcuni numeri sulla malattia. Sono 405.000 i morti in un anno, ben oltre 1.100 al giorno, a causa di questa malattia che resta una delle principali minacce per la salute della popolazione mondiale, in particolar modo per i bambini. Per questo, l'attenzione non va abbassata, nemmeno durante l'emergenza coronavirus, dicono gli esperti. L’Oms inoltre ricorda che “dal 2000, gli sforzi globali per contenere la malaria hanno provocato milioni di casi e morti evitate, questa è la prova che sono possibili progressi”. Infatti, tra i dati segnalati, l’Oms segnala che tra il 2000 e il 2014, il numero di decessi nel mondo correlati alla malaria è calato del 40%, passando da 743.000 a 446.000. Ma negli ultimi anni, i progressi sono fermi: secondo il World Malaria Report 2019, sono stati 228 milioni i contagi nel 2018 e 405mila i decessi, a fronte dei 219 milioni di casi e 435 mila decessi del 2017.