Tumori, l’alternativa alla biopsia è un nuovo chip indossabile
Salute e BenessereIl dispositivo è stato ideato da un team di ricerca dell’Università del Michigan coordinato dalla professoressa di ingegneria chimica Sunitha Nagrath
Nel corso di un recente studio, i ricercatori dell’Università del Michigan hanno sperimentato l’efficacia di un nuovo dispositivo indossabile in grado di catturare le cellule tumorali presenti nel sangue e di fornire degli aggiornamenti affidabili sullo stato della patologia. Le dimensioni del device superano di poco quelle di un comune orologio da polso. Per ora è stato testato con successo solo sugli animali, ma in futuro è prevista una fase di sperimentazione anche sugli esseri umani. Tutti i risultati della ricerca, coordinata dalla professoressa di ingegneria chimica Sunitha Nagrath, sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Nature Communications.
Un’alternativa alla biopsia
Il nuovo dispositivo potrebbe rappresentare un’alternativa concreta alla biopsia. Quest’ultima consente di studiare il tumore primario tramite un prelievo del tessuto. Tuttavia, le cellule tumorali possono raggiungere altri tessuti attraverso il flusso sanguigno e creare a delle metastasi. Per rilevare la loro presenza e mettere a punto delle nuove terapie è stata ideata la biopsia liquida (che consiste in un semplice prelievo del sangue venoso), la quale tuttavia non consente di ottenere dei dati particolarmente precisi. Spinti dal desiderio di ottenere dei risultati migliori, i ricercatori dell’Università del Michigan hanno ideato un dispositivo che grazie a un chip elettronico, custodito in una piccola ‘scatola’ composta da ossido di grafene, può scansionare in maniera continua un volume elevato di sangue e catturare più cellule tumorali.
L’utilità del nuovo dispositivo
A differenza della normale biopsia, il nuovo dispositivo fornisce molte più informazioni sullo stato di avanzamento del tumore. Secondo il team di ricerca, il suo utilizzo porterà dei notevoli benefici in ambito terapeutico: consentirà di monitorare l’attività delle cellule tumorali circolanti e di individuare di conseguenza dei nuovi bersagli per i farmaci antitumorali. In base alle stime dei ricercatori, la sperimentazione del dispositivo sugli esseri umani inizierà approssimativamente tra tre-cinque anni. Per ora sono stati condotti con successo dei test sugli animali.