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Caso Regeni, i pm: “007 egiziani hanno ammesso di aver seguito Giulio”

Lazio

“All'inizio viene negata ogni azione, poi si ammette di averlo attenzionato ma solo per tre giorni, infine si ammette di averlo controllato per un periodo più lungo", scrivono i magistrati nella richiesta di archiviazione per uno dei cinque agenti dei servizi segreti egiziani

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"Sul piano indiziario devono essere valutate le condotte di alcuni ufficiali della National Security: all'inizio viene negata dagli stessi ogni azione nei confronti di Giulio Regeni, poi si ammette di averlo attenzionato ma solo per tre giorni, infine si ammette di averlo controllato per un periodo più lungo", scrivono i pm di Roma nella richiesta di archiviazione per Mahmoud Najem, uno dei cinque appartenenti ai servizi segreti egiziani finiti nell'inchiesta sull'omicidio del ricercatore italiano

Fico: “Come Camera manterremo l'azione per chiudere le relazioni diplomatiche con l'Egitto”

"Come Camera dei deputati manterremo ferma la nostra azione rispetto al chiudere le relazioni diplomatiche con l'Egitto – ha affermato il presidente della Camera, Roberto Fico, in una intervista ad Al Jazeera Arabic – Siamo stati senza dubbio sconcertati da quello che hanno scritto i magistrati della Procura italiana: sono delle accuse gravissime alla National securtity egiziana. Si tratta di parole assolutamente agghiaccianti: una descrizione delle torture subite da Regeni". Le parole di Fico, come precisato da fonti di Montecitorio, sono riferite all'interruzione dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano, decisa da Montecitorio nel novembre 2018, che viene dunque confermata.

Chiuse le indagini sulla morte di Giulio

La Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta sulla morte dello studente friulano rapito al Cairo nel 2016, torturato e ucciso, e i magistrati hanno emesso quattro avvisi di chiusura delle indagini per altrettanti membri alla National security, i servizi segreti egiziani. L'avviso è stato notificato col "rito degli irreperibili", vista la totale mancanza di risposta da parte dell'Egitto sull'elezione di domicilio. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Chiesta l'archiviazione per un quinto agente "per il quale - spiega una nota della Procura di Roma - non sono stati raccolti elementi sufficienti, allo stato, a sostenere l'accusa in giudizio". Altre 13 persone, ha specificato il pm di Roma Sergio Colaiocco, "sono nel circuito degli indagati ma la mancata risposta ai nostri quesiti da parte delle autorità egiziane ci ha impedito di proseguire negli accertamenti".

Pm: “Verosimilmente furono cancellati i video della metro”

Seondo l'inchiesta sono stati "verosimilmente" cancellati i video della metropolitana del Cairo del giorno in cui Regeni venne prelevato dai membri dei servizi segreti egiziani. "Ufficiali appartenenti al team investigativo – riporta il documento – riferiranno di avere visionato i video della metropolitana de Il Cairo, circostanza che dapprima sarà smentita e che, poi, porterà verosimilmente alla cancellazione dei video di interesse". Nel provvedimento si afferma inoltre che "il 24 marzo sera i vertici della National Security indicheranno ufficialmente i cinque componenti della banda, deceduti, come i responsabili dei fatti in danno di Regeni. Successivamente ufficiali della National Security saranno arrestati dalla Procura egiziana per omicidio premeditato plurimo e falso". Per quanto riguarda il movente "deve escludersi certamente che sia da ricondurre a ragioni sessuali, ad una rapina, ad una lite per strada o ad attività di raccolta di informazioni per conto di servizi di informazione". Il movente "trae origine - scrivono i magistrati - in occasione delle attività di osservazione partecipata delle attività del sindacato indipendente dei rivenditori di strada il cui capo, il sindacalista Abdallah, equivocando le ragioni per cui Regeni gli parla di un bando della fondazione inglese Antipode, lo denuncia come 'spia' alla National Security".