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Coronavirus, rivolta di 3 migranti positivi all'ospedale Celio. Guerini: inammissibile

Lazio

Il ministro della Difesa Guerini lo ha definito un episodio "grave". Per cercare di riportare l’ordine sono intervenuti i militari, tra cui un colonnello, ma sono stati aggrediti. Sul posto i carabinieri, che hanno denunciato gli autori della protesta per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. 

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Ieri sera, tre migranti di origine nigeriana, tutti positivi al Covid 19, hanno dato vita a una rivolta all’interno dell'ospedale militare del Celio, a Roma. I tre hanno dato in escandescenza quando, dopo aver appreso che un minorenne del Bangladesh poteva lasciare la struttura in quanto negativizzato, hanno tentato di uscire. Per cercare di riportare l’ordine sono intervenuti i militari, tra cui un colonnello, ma sono stati aggrediti dai rivoltosi. Un'aggressione che il ministro della Difesa Guerini ha definito "grave e inammissibile". (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE NEL LAZIO)

Proteste anche oggi pomeriggio

Sul posto sono quindi giunti i carabinieri della Compagnia Piazza Dante insieme ai colleghi del Nucleo di polizia militare del Celio che, dopo aver bloccato i tre, hanno messo in sicurezza gli altri ospiti della struttura. I migranti autori della rivolta sono stati denunciati per violenza privata, resistenza e violenza a incaricato di pubblico servizio e oltraggio a pubblico ufficiale. Le proteste sono continuate anche nel pomeriggio di oggi, ma senza conseguenze. 

Guerini: aggressione al Celio grave e inammissibile

"Le aggressioni accadute presso il centro ospedaliero militare sono un fatto grave e inammissibile e i responsabili sono stati già denunciati e ne risponderanno - così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha espresso la sua solidarietà al personale aggredito. "Tutto è stato ricondotto immediatamente alla normalità grazie al pronto intervento del personale militare e delle forze dell'ordine", ha concluso il ministro.