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Gay Pride a Roma, Famiglie arcobaleno: "Il Governo vuole cancellarci"

Lazio

Tra carri e bandierine, alcuni dei partecipanti cantano "Odio la Lega". Sebastiano Secci, portavoce della manifestazione: "Il movimento lgbtqi è sempre più bersaglio di odio e violenza"

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E' partito a Roma il corteo del Roma Pride, manifestazione per i diritti delle persone omosessuali, che celebra oggi la sua 25esima edizione, accanto al 50esimo anniversario dei moti di Stonewall. In testa lo striscione 'Nostra la storia, nostre le lotte', slogan dell'edizione 2019. In prima fila, tra gli altri, anche l'ex parlamentare Vladimir Luxuria: "Penso che alla fine vinceremo noi, anche uno che si è 'gonfiato' d'odio come Salvini prima o poi si sgonfierà", ha affermato Luxuria prima della partenza. Non mancano infatti le espressioni di critica nei confronti del governo italiano. Alcuni intonano il coro "Odio la Lega", altri portano l’immagine di una madonna in trono che schiaccia sotto il piede il volto del ministro degli Interni; su un cartello il vicepremier è raffigurato truccatissimo, mentre su un carro il logo della Lega è tramutato in 'Lega Pop - prima le italiane'.

Le Famiglie arcobaleno: "Il Governo vuole cancellarci"

"L'attacco alle Famiglie arcobaleno è stato fin da subito, con il ministro Fontana, con il decreto sul ripristino di 'mamma e papà' sui documenti... Sicuramente c'è la volontà di cancellarci". Così in attesa del via al Roma Pride il presidente delle Famiglie arcobaleno Gianfranco Goretti. "Noi non chiediamo diritti ma doveri - ha aggiunto - i nostri bambini non hanno riconoscimento, noi invece vogliamo essere inchiodati alle nostre responsabilità genitoriali".  

I manifesti e i carri della parata

'L'omofobia è maschilismo' si legge su un cartello, mentre arriva il carro del Muccassassina, famosa discoteca gay della Capitale. Un carro è allestito a mo' di nave, carica di 'marinaretti' e 'marinarette' che lanciano lustrini sulla folla. 'Né Stato né Dio, ma un corpo mio' si legge su un altro cartello, mentre sono presenti anche manifesti di critica al Vaticano. Ovunque sventolano le bandierine arcobaleno. C'è inoltre il carro di una notissima marca di automobili tedesca, che ha portato in piazza una microcar completamente ricoperta di lustrini, e quello dell'ambasciata britannica, con l'Union Jack riproposto con i colori rainbow, un Big Ben e le effigi di David Bowie, Elton John, Freddie Mercury e Amy Winehouse, icone rock della comunità lgbtqi. Anche una compagnia aerea ha portato in piazza a Roma un camion giallo. Madrina della manifestazione quest'anno è Porpora Marcasciano, fondatrice del Mit, Movimento identità transessuale e volto storico del movimento italiano. Intorno alle 19 la testa del corteo ha raggiunto piazza Venezia, termine del percorso.

Fischi contro la Raggi

"Abbiamo chiesto alla sindaca Virginia Raggi di presenziare, ma c'è stato detto che era all'estero, ma per estero intendevano il Vaticano... era alla messa del Papa invece di essere qui con noi", dice uno degli organizzatori nel corso degli interventi politici conclusivi da uno dei camion utilizzato come palco, al termine del corteo. Dalla piazza sono volati fischi e 'buu'. "Virgi' - ha proseguito - la prossima volta che passi da qui, passa oltre, nun ce veni' a cerca'". Il momento degli interventi è stato aperto da una canzone satirica contro il centrodestra: "Adios Salvini, goodbye Pillon, ciao ciao Meloni, arrivederci, auf Wiedersehen, le vostre idee l'arcobaleno travolgerà" diceva il ritornello della canzone.

Il commento del presidente del Circolo Mario Mieli

"Questo è un Pride speciale: a 50 anni dai fatti di Stonewall, che è stata la scintilla della rivoluzione del movimento, e a 25 anni dal primo grande Pride moderno e unitario a Roma. 'Nostra la storia, nostre le lotte'". Così Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo Mario Mieli che ha organizzato la parata. "Proprio perché vogliamo partire da quei momenti fondamentali della nostra storia ma non possiamo prenderci il lusso di spegnere solo le candeline - continua Secci - dobbiamo continuare a lottare in prima linea perché i tempi che abbiamo davanti sono sempre più scuri: giornalisti presi di mira da politici al governo, insegnanti sospese e reintegrate in maniera arbitraria, esseri umani sequestrati nelle navi e intanto il movimento lgbtqi è sempre più bersaglio di odio e violenza. I nostri figli e le nostre figlie vengono dichiarati inesistenti e dunque c'è ancora tanto da fare. Oggi lo facciamo intrecciando le nostre lotte con il movimento transfemminista, con i migranti, con i lavoratori, con gli studenti, con i disabili intrecciando le lotte con chiunque combatta ogni giorno per costruire una società migliore", conclude il presidente del circolo Mario Mieli.

"Prendere di mira una minoranza è arma di distrazione"

"Prendere di mira una minoranza è un'arma di distrazione di massa per distrarre dai reali problemi del Paese. L'anno scorso un ministro della Lega ha detto che le famiglie arcobaleno non esistono, il vicepremier dei 5 Stelle ha detto che la famiglia è fatta solo da un padre e una madre", prosegue Sebastiano Secci, in merito alle posizioni espresse negli ultimi mesi dal governo sui diritti degli omosessuali. "Se già un governo nega la nostra esistenza e quella dei nostri figli, che sono la parte più debole - ha aggiunto - vuol dire che c'è tanto da fare e oggi con nostro arcobaleno argineremo queste istanze oscurantiste".