Roberto Giachetti, deputato renziano, si è chiesto se “ha ancora senso continuare a stare insieme” proponendo di fatto la separazione dei due partiti alleati. Possibile l’ufficializzazione della divisione prima della pausa estiva. I due leader sono ormai distanti su tanti temi, dal salario minimo al premierato. Ecco cosa può succedere
C'è aria di separazione in casa Terzo Polo. A far emergere le tensioni crescenti sono state le parole di Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva. “Ha ancora senso che Azione e Italia Viva continuino a stare insieme? Diamo un elemento di chiarezza, ognuno starà dalla sua parte, e sapremo che abbiamo anche un altro avversario politico. Ma continuare così mi sembra assolutamente non solo devastante ma anche deprimente. Ma questa è la mia opinione che sicuramente non sarà raccolta”, ha detto, aggiungendo: “Ogni volta che Calenda va in tv attacca Renzi frontalmente. Io ho sempre pensato che rompere quell’alleanza rappresentasse un tradimento degli elettori. Ma noi davvero siamo convinti che non sia arrivato il momento di smetterla con questa finzione, e di sottrarre gli elettori tutti, quelli di Azione e Italia Viva, all’umiliazione di una finzione, di un matrimonio nel quale c’è una parte che evidentemente non sopporta più l’altra e scarica dalla mattina alla sera nei confronti di quella parte insulti, attacchi, addirittura rinnegando le cose comuni che abbiamo messo insieme e erano nel programma?”.
La proposta di separare i gruppi parlamentari
L’ex dem, da sempre vicino a Matteo Renzi, ai microfoni di Radio Leopolda, alla domanda se abbia ancora senso che Azione e Italia viva continuino a stare insieme, si dà una risposta: "È ora di dividere i gruppi”. La "provocazione" di Giachetti, che riflette un malumore condiviso dall’ex premier e dai suoi, sembra quindi nascondere delle intenzioni più concrete. Tant'è che in molti, in Transatlantico alla Camera, pensano che la divisione potrebbe essere questione di giorni. Sarebbe quindi la fine dell’esperienza politica che ha unito alle elezioni del 25 settembre renziani e calendiani.
La replica di Calenda
Calenda, su Twitter, ha replicato che “Giachetti ha chiesto la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio, dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all'elezione diretta del premier, stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni”. Come riporta Il Sole 24 Ore, ieri in serata il leader di Azione avrebbe confidato ai suoi “se Dio vuole ora i gruppi si divideranno”.
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Cosa succederà?
Si attende nei prossimi giorni una riunione dei gruppi parlamentari, che potrebbe essere il momento in cui verrà ufficializzata la separazione. Dopo la rinuncia al partito unico in vista delle future elezioni europee, è emersa l’insofferenza reciproca da parte dei due leader, nonostante al momento nessuno dei due partiti da solo raggiunga la soglia del 4%, sbarramento sotto il quale non si accede all’Europarlamento. I due si sono divisi anche su due temi del programma comune del Terzo polo, il salario minimo (su cui Renzi si è sfilato) e il premierato (su cui ha fatto un passo indietro Calenda). Dunque il leader di Azione sembra spostarsi di nuovo verso il Pd, magari per diventarne l’alleato centrista. Mentre il numero uno di Italia Viva continua a professare lo spazio politico di un centro autonomo, ma dato il sistema elettorale maggioritario dovrà cercare sponde per non rimanere escluso dalle soglie e quindi potrebbe ritrovarsi costretto ad avvicinarsi al centrodestra (in particolare a Forza Italia).