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Meloni, la “visione” e i diecimila euro

Politica

Massimo Leoni

La nuova puntata de "La Guida" di Massimo Leoni. Che ci aiuta, in questi giorni, a orientarci nel cammino dopo la nascita del nuovo governo

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Come al solito. La cosa più difficile in politica è tradurre una visione del mondo in provvedimenti legislativi che quella visione provino a realizzare o, almeno ad avvicinare. La prospettiva che Giorgia Meloni aveva offerto alla Camera, nel suo discorso programmatico, era politicamente orientata, quindi criticabile. Decisamente di destra, ma alta. Lo ha spiegato, il o la presidente del consiglio: Volevo dare una visione, la mia, la nostra visione dell’Italia. Tra tre, cinque, magari dieci anni. La politica buona non scatta foto, prova a dipingere il futuro. E poi dice come intende arrivarci. A dire il vero non c’è nemmeno bisogno che lo dica. Il governo governa, propone leggi al parlamento e al paese. Chi è attento sarà in grado di valutare se servono a quel futuro dipinto, e a prescindere dal fatto che quel futuro gli piaccia o meno. Le opposizioni hanno lamentato l’assenza di concretezza, delle cose che il governo ha in animo di fare. E Meloni ha provato a dire qualcosa di concreto. (GOVERNO MELONI - IL LIVEBLOG)

I diecimila euro

E però, mentre la visione parlava al paese o alla nazione e il paese o la nazione ha ascoltato interessato o almeno incuriosito dai contenuti, dai toni e non ultimo, dal personaggio, la replica al senato non ha avuto questa capacità. Se cercate un motivo, basta chiedersi chi sono e quanti, siano davvero interessati a maneggiare e distribuire contante fino a diecimila euro. Oltre ai complimenti a all’invidia che si guadagneranno, sembra naturale domandarsi – e domandargli – perché. E poi, questi che girano con le tasche gonfie di soldi, sono davvero elettori di Meloni, Salvini e Berlusconi? Sono così tanti da meritare uno dei primissimi disegni di legge di questa legislatura? Se la libertà è il diritto di fare ciò che dobbiamo – una splendida citazione della premier – i diecimila euro c’entrano poco. Poco a che fare con il conservatorismo rivoluzionario che pareva, nell’esordio alla Camera, il futuro dipinto da Giorgia Meloni.

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