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Verona, è polemica per le frasi del Vescovo: “Non votate chi sostiene ideologia gender”

Politica
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Monsignor Giuseppe Zenti con una lettera invita i confratelli della diocesi di San Zeno ad aiutare i fedeli a “individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall'ideologia del gender, al tema dell'aborto e dell'eutanasia”. Poi sottolinea che il compito degli ordinati “non è schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana”

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In vista delle elezioni di domenica, e in generale nelle tornate elettorali, il dovere dei sacerdoti è far coscienza a se stessi "e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall'ideologia del gender, al tema dell'aborto e dell'eutanasia". Lo sostiene il vescovo di Verona monsignor Giuseppe Zenti, in una lettera inviata ai confratelli della diocesi di San Zeno il 18 giugno, a pochi giorni dal ballottaggio fra Damiano Tommasi e Federico Sboarina per la carica di sindaco (COSA SAPERE SUL BALLOTTAGGIO - LO SPECIALE DI SKY TG24 SULLE COMUNALI)

“Segnalare carenze di valori civili con radice cristiana”

Compito degli ordinati, spiega Zenti nella lettera, "non è schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana". Poi indica altri valori sulla cui presenza i fedeli dovrebbero far attenzione nel considerare i programmi dei candidati: "Il tema della disoccupazione, l'attenzione alle povertà, alle disabilità, all'accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne". Queste, sottolinea monsignor Zenti, scrivendo ai presbiteri e diaconi della diocesi, "sono frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa".

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Le reazioni del mondo politico

Le parole del mons. Zenti hanno acceso le polemiche. Carlo Calenda, leader di Azione, parla di "una gravissima ingerenza. Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali. Delle intromissioni dirette della chiesa cattolica nelle elezioni non abbiamo nostalgia”. Anna Lisa Nalin, componente della segreteria di Più Europa, ha commentato invece che si tratta di “una pesante stonatura alla vigilia del ballottaggio: i cittadini veronesi sono in grado di capire la propaganda senza fondamento e scegliere i contenuti e i valori rappresentati da chi propone una città aperta, solidale che guarda al futuro". Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha detto: “Sono certo che i cattolici veronesi sono persone mature, ragionano con la loro testa, e sanno valutare bene cosa sia giusto per il bene comune. Per il resto rimane la stonatura di un messaggio di un vescovo dimissionario per raggiunti limiti di età e non nuovo a queste iniziative come quando appoggiò nel 2015 una candidata leghista. Un'ingerenza che ricorda ben altri tempi andati e che tuttavia non lascerà traccia”. Invece Flavio Tosi, ex sindaco di Verona escluso dal ballottaggio alle comunali, ha suggerito: “Anziché strumentalizzare il Vescovo o politicizzare la religione, sarebbe più utile dire ai veronesi e alle veronesi come si pensa di risolvere i problemi concreti della città. Sboarina, pensando che gli bastino i suoi voti, ripete il solito errore politico: radicalizzare lo scontro, fondarlo sull'ideologia più retriva. E così si isola a proprio piacimento una delle tante riflessioni di monsignor Zenti sulla famiglia, e la si usa e interpreta a proprio uso e consumo”.

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