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Franceschini: "Crisi di governo? Si andrebbe ad elezioni anticipate"

Politica
©LaPresse

"Conte contro Salvini e ce la giochiamo", sarebbe la linea sposata dal ministro della Cultura, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Renzi? "A lui non frega niente del Conte 3 o del Draghi 1”, se si aprisse la crisi - avrebbe detto il dirigente dem - il leader di Italia Viva farebbe “ballare tutti”

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“Se si aprisse la crisi, tanto varrebbe andare a votare. Conte contro Salvini e ce la giochiamo”. È questa la posizione di Dario Franceschini, come riporta il Corriere della Sera. In questi giorni il capodelegazione del Pd al governo ha ripetuto sempre lo stesso concetto: il ministro della Cultura ritiene che le manovre di Matteo Renzi partano da un calcolo, e cioè che in caso di crisi non si andrebbe alle urne. A blindare la legislatura sarebbe l’elezione del presidente della Repubblica e la priorità dell’attuale maggioranza di non consegnare il Colle dopo il voto a un candidato di Salvini. Ma è qui che Franceschini offre una diversa chiave di lettura. 

I possibili scenari post crisi

Al momento, nel computo dei grandi elettori necessari a scegliere il capo dello Stato, la coalizione di governo e le forze di opposizione sono in sostanziale parità. E in questo scenario, senza numeri certi, Renzi sarebbe determinante. "A lui non frega niente del Conte 3 o del Draghi 1”, se si aprisse la crisi - secondo il dirigente dem - il leader di Italia Viva si porrebbe al crocevia di ogni scenario e farebbe “ballare tutti”, si legge ancora sul Corriere. Secondo Franceschinim in ogni caso, l’esito della crisi sarebbe “incerto”, la situazione “potrebbe solo peggiorare” e il sistema finirebbe nel “pantano”. “Sarebbe allora preferibile andare alle urne con l’attuale sistema di voto”, avrebbe quindi spiegato Franceschini, che già si prefigura una coalizione composta da M5S, Pd, una lista di sinistra “e una lista Conte”. Ovviamente Iv sarebbe fuori dalla squadra, “perché chi ha provocato la crisi poi non potrebbe pensare di stare con noi”. Per Franceschini, inoltre, Conte “avrebbe ancora una certa presa sull’opinione pubblica, si presenterebbe come la vittima di un complotto di Palazzo e potrebbe conquistare voti al centro, senza prenderne al Pd e a M5S. Perciò andrebbe sfruttato il suo valore aggiunto, perché potrebbe vincere”.

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