
Elezioni e referendum, oggi il silenzio elettorale: cos'è e a cosa serve
Questa tornata elettorale, che comprende anche il referendum sul taglio dei parlamentari, come tutte è preceduta da una giornata di silenzio elettorale. La norma che regola questa consuetudine risale al 1951 ed è stata poi integrata negli anni. Ecco di cosa si tratta

Domenica 20 e lunedì 21 settembre in Italia si vota per il referendum sul taglio dei parlamentari. Inoltre si svolgono le elezioni regionali in 7 Regioni e le elezioni comunali in numerose città e paesi. Questa tornata elettorale, come tutte, è preceduta da una giornata di silenzio elettorale: ecco di cosa si tratta
La regola di fondo rimane sempre la stessa ed è stabilita dall'articolo 9 della legge 202/1956: nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda
Inoltre - dice la legge - nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle sezioni elettorali
A questa norma è seguita, nel 1975, la modifica all'articolo 9: nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni è fatto divieto anche alle emittenti radiotelevisive private di diffondere propaganda elettorale
Insomma, fatto il pieno di informazioni e slogan degli esponenti politici, il legislatore sembra prevedere per l'elettore un momento di ‘decantazione', per poter riflettere e maturare meglio la sua scelta
A giocare un ruolo deterrente è, semmai, il fair play richiesto a candidati e comitati, e il rischio che violando la norma si possa pagare un prezzo in termini di consenso