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Foibe, storico incontro tra Mattarella e il presidente sloveno Pahor. Omaggio a Basovizza

Politica
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Il presidente della Repubblica italiana e il suo omologo sloveno Borut Pahor si sono incontrati nella caserma del Reggimento Piemonte Cavalleria a Villa Opicina, sul Carso triestino. Pahor è il primo leader di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane

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Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor si sono incontrati nella caserma del Reggimento Piemonte Cavalleria a Villa Opicina, sul Carso triestino (FOTO). È la prima tappa della storica visita che ha visto la deposizione di una corona di fiori da parte di entrambi alla foiba di Basovizza e poi al monumento dei caduti sloveni. Subito dopo la firma di un memorandum che restituisce la proprietà del Narodni dom alla comunità slovena, Mattarella ha sottolineato che, con la presenza di Pahor, "segnamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine, e che rendono queste aree di confine preziose per la vita d'Europa".

Pahor è il primo presidente di un Paese dell'ex Jugoslavia a visitare le foibe

Alle foibe di Basovizza si stima che i partigiani jugoslavi abbiano gettato duemila italiani tra militari e civili. Pahor è il primo presidente di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane delle foibe e, per questo motivo, l'evento ha un grande valore storico. Dopo aver depositato la corona di fiori, i due presidenti hanno osservato un minuto di silenzio dandosi la mano. 

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Luogo simbolo e memoriale per i familiari delle vittime delle violenze del 1943-45

La foiba di Basovizza fu dichiarata monumento nazionale dal presidente della Repubblica l'11 settembre 1992. Si trova sull'altopiano carsico nei pressi di un pozzo minerario in disuso profondo circa 200 metri. Nel 1945 fu luogo di esecuzioni e di occultamento di cadaveri. All'incontro tra i presidenti Mattarella e Pahor hanno partecipato anche il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, e le deputate dem Debora Serracchiani e Tatjana Rojc. 

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Mano nella mano alla foiba, poi la visita ai caduti sloveni

Nel corso dell’omaggio alle vittime delle foibe i due presidenti si sono dati la mano, dopo essersi avvicinati alla corona di fiori che due corazzieri avevano deposto pochi istanti prima. Poi Mattarella e Pahor hanno depositato una corona di fiori davanti al cippo di Basovizza che ricorda quattro membri del Tigr (Trst Istra Gorica Rijeka) fucilati il 6 settembre 1930 in esecuzione di una condanna a morte emessa dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato.

I caduti sloveni

Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojz Valencic avevano tra i 22 e i 34 anni e facevano parte di un gruppo clandestino collegato al Tigr; erano stati riconosciuti colpevoli anche di un attentato contro il quotidiano fascista locale "Il Popolo di Trieste", in cui era morto un redattore, Guido Neri. I quattro giustiziati sono nel tempo divenuti simbolo della resistenza delle minoranze slave al fascismo. Anche qui i due presidenti dopo aver toccato la corona di fiori si sono allontanati osservando un minuto di silenzio e si sono tenuti per mano a lungo.

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Mattarella e Pahor in prefettura a Trieste

Dopo la visita alle foibe e ai caduti sloveni, i due presidenti sono andati in Prefettura a Trieste per incontrare lo scrittore Boris Pahor. L'autore italiano di lingua slovena è arrivato in carrozzina, accompagnato da alcuni familiari. L'incontro con lo scrittore, che compirà 107 anni il prossimo mese di agosto, è stato organizzato per conferirgli onorificenze da entrambi i presidenti.

Il Narodni dom torna alla comunità slovena

Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno presenziato anche alla firma di un protocollo d'intesa che trasferisce la proprietà del Narodni dom, l'edificio dato alle fiamme dai fascisti cento anni fa, il 13 luglio 1920, alla comunità slovena. "La storia non si cancella, e le esperienze dolorose sofferte dalle popolazioni di queste terre non si dimenticano - ha detto il presidente della Repubblica italiano - proprio per questa ragione il tempo presente e l'avvenire chiamano al senso di responsabilità". Il presidente sloveno ha invece commentato l'accordo spiegando che "oggi come disse qualcuno viviamo quei sogni proibiti che si avverano, come se dopo cento anni tutte le stelle si fossero allineate. Ma non lo hanno fatto da sole, siamo stati noi a farlo". Rivolgendosi poi al "caro presidente e amico Mattarella, ai cari compatrioti sloveni, ai cari amici italiani", Pahor ha parlato di una "gioia immensa" che "il torto è stato corretto, giustizia è stata fatta", di "un giorno di festa perché stiamo a celebrare insieme, Italia e Slovenia, un'impresa condivisa".

La visita tra i presidenti della repubblica italiana e slovena

L'incontro del 13 luglio è il quindicesimo tra Mattarella e Pahor. Ad accogliere il presidente italiano ci sono stati il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, e il sindaco della città, Roberto Dipiazza. Mattarella e Pahor hanno poi passato in rassegna il picchetto d'onore. Sia i presidenti che tutti i presenti hanno indossato la mascherina. 

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