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Inchiesta Fondazione Open, Renzi attacca: “I magistrati decidono cos’è un partito?"

Politica

Il leader di Italia Viva parla dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla fondazione istituita per sostenere le sue iniziative politiche. "Viene messa in discussione la separazione dei poteri". L'Anm: "Ennesimo attacco all'autonomia e indipendenza della magistratura"

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"Chi decide cos'è un partito politico? Io non sto attaccando l'autonomia della magistratura, io sto difendendo l'autonomia della politica. Perché se assegniamo ai magistrati il compito di decidere cosa è un partito e cosa non, abbiamo messo in discussione la separazione dei poteri". A dirlo è Matteo Renzi che, in un punto stampa, torna a commentare l'inchiesta portata avanti dalla Procura di Firenze sulla fondazione Open, dopo che ieri aveva parlato di “massacro mediatico”. "Se noi accettiamo il principio che un magistrato decide cos’è un partito e cosa no - continua il leader di Italia Viva - questa è una ferita enorme per la democrazia". A stretto giro arriva poi il commento del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Pretendo che nei confronti della magistratura ci sia rispetto. Il mio invito non è rivolto singolarmente a Matteo Renzi, è rivolto a tutti: abbiate rispetto nei confronti della magistratura". Dura la reazione dell'Associazione nazionale magistrati: "Ennesimo attacco all'autonomia ed indipendenza della magistratura".

"Tutti i versamenti alla fondazione sono regolari"

"Noi abbiamo fatto una fondazione, tutti i versamenti alla fondazione sono regolari, trasparenti col bonifico - dice Renzi - Questa fondazione per due magistrati di Firenze è un partito politico. Fare un partito è una scelta che fa un leader politico o un magistrato? Perché se c’è l’elezione per il sindaco, di tizio o di caio, e la bocciofila sostiene quel tizio o quel caio, è un partito politico? Si applicano a quella bocciofila le regole dei partiti politici?".

"Chi finanzia le attività di Italia Viva ha la certezza di essere perquisito""

Renzi poi aggiunge: "Il punto è che in nome di un principio del tutto discutibile e per noi clamorosamente sbagliato, vale a dire l’equiparazione della fondazione Open, anzi la sua trasformazione in un partito politico, operata da un magistrato senza alcun elemento di fatto, siamo in presenza del fatto che chi finanzia le attività di Italia Viva ha la certezza di essere perquisito". "Quindi vorrei lanciare un appello - prosegue - non date i soldi a Italia Viva, perlomeno non le aziende, si possono dare 5 euro, 10 euro, 100 euro al massimo, ma dico alle aziende state lontano perché altrimenti rischiate di essere perquisiti". Il leader di Italia Viva spiega che "la butto sul ridere" ma "questa è una ferita, perché avendo noi fatto la battaglia per abolire il finanziamento pubblico, se chi del tutto legittimamente finanzia una fondazione e questa viene improvvisamente trasformata, dall’interpretazione di un magistrato, in un partito, oggi dà anche un contributo a Italia Viva viene perquisito. E viene perquisito all’alba dalla Guardia di Finanza. Ci sono famiglie di persone perbene a cui vorrei chiedere scusa che ieri mattina sono state svegliate da finanzieri che sono andati a cercare documenti che erano pubblici, di cui bastava chiedere la presentazione".

Anm: tentativo di intimidire i magistrati resterà vano

Dura la replica dell'Anm, che "esprime piena solidarietà ai magistrati fiorentini" e definisce, riferendosi a Matteo Renzi (pur senza citarlo), "gravissime le dichiarazioni di un esponente delle istituzioni che, per reagire ad un'iniziativa giudiziaria, attacca personalmente i magistrati titolari dell'indagine" , esprimendo "indignazione". "Se il tentativo è quello di intimidire i magistrati, è e resterà vano", avverte la giunta.

L’inchiesta sulla Fondazione

È un’inchiesta molto ampia quella portata avanti dalla Procura di Firenze sulla fondazione Open, istituita per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi, tra cui la Leopolda. Oltre 30 le perquisizioni eseguite dalla Gdf in tutta Italia, il 26 novembre, e ordinate dai pm che, accanto ai reati di riciclaggio e traffico di influenze illecite, ipotizzano anche quello di finanziamento illecito ai partiti. Quest'ultimo viene contestato ad almeno un indagato, l'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open. Ma tra gli indagati e perquisiti c'è anche Marco Carrai, l'imprenditore fiorentino amico personale di Renzi e già membro del Cda della stessa Open. Per gli inquirenti fiorentini, Open avrebbe funzionato come articolazione di partito venendo impiegata, dunque, come strumento di finanziamento illecito. Le perquisizioni sono scattate a Milano, Firenze, Pistoia, Torino, Alessandria, Parma, Modena, La Spezia, Roma, Napoli e Bari. I finanzieri hanno cercato documenti, ma anche bancomat, carte di credito e rimborsi spese che secondo fonti investigative sarebbero stati messi a disposizione di alcuni parlamentari.