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Elezioni europee su Facebook, quanto spendono in pubblicità partiti e candidati

Politica

Raffaele Mastrolonardo

Getty Images

Il social network ha pubblicato i dati relativi alla campagna elettorale in vista delle elezioni del 26 maggio. Nel periodo 16 aprile - 15 maggio, la Lega di Salvini ha speso quasi 76mila euro, il Pd 73mila, Silvio Berlusconi 65.885. I DATI

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Matteo Salvini e i social network. Il binomio continua. Anche in campagna elettorale. A confermare la dimestichezza del leader della Lega con i media digitali sono arrivati anche i dati di Facebook sugli investimenti in pubblicità sulla piattaforma. Salvini è infatti il politico italiano che nell’ultimo mese ha investito di più in pubblicità sul social di Mark Zuckerberg: oltre 75 mila euro. Il singolo politico che maggiormente si avvicina al leader leghista è Silvio Berlusconi che si ferma a poco più di 65mila euro. Se però si tiene conto anche degli investimenti dei partiti, il Partito Democratico si piazza al secondo posto assoluto con 73mila euro di pubblicità. A poca distanza dalla Lega. All’appello, un po’ sorprendentemente, manca invece il Movimento 5 Stelle. Sia il movimento come organizzazione che i singoli candidati non figurano nelle prime posizioni per la spesa sul social media. 

Se si guarda invece alle spese sostenute negli ultimi 7 giorni (9 mag - 15 mag 2019), Matteo Salvini ha speso 43.562 euro, il Pd 25.880, Silvio Berlusconi 16.015.

Dopo le polemiche sul caso Cambridge Analytica e sull’impatto che le manipolazioni del social network potrebbero avere avuto nelle ultime elezioni presidenziali americane, Facebook ha infatti deciso di aprire, almeno parzialmente, i propri dati per consentire una maggiore trasparenza sui soggetti che utilizzano la piattaforma a fini politici ed elettorali. Le informazioni sono disponibili in quella che Facebook ha chiamato "Libreria Inserzioni" e dove è possibile vedere il numero di annunci politici, i soldi spesi e il tipo di inserzioni.  

I candidati su Facebook

I nuovi dati - che sono stati messi a disposizione da Facebook mercoledì 16 maggio - danno una dimensione più precisa degli investimenti in pubblicità di candidati e partiti in vista delle prossime elezioni europee. Nei primi 20 investitori “politici” su Facebook nell’ultimo mese compaiono, oltre a Salvini, altri tre candidati del partito del Carroccio (Angelo Ciocca, Matteo Gazzini e Marco Zanni). Se si sommano le inserzioni dei quattro principali esponenti leghisti per spesa sulla piattaforma arriviamo ad un totale di oltre 90mila euro nei trenta giorni appena trascorsi.

Il Pd, da parte sua, presenta tre candidati nei primi venti. I loro contributi economici, insieme a quelli del partito, totalizzano 85mila euro, una cifra superiore a quella messa in campo da Forza Italia e dai suoi principali esponenti sulla piattaforma (75 mila euro circa) e poco distante da quanto speso dalla Lega.

 

I 5 stelle assenti dalle prime posizioni

Se non stupisce il primato leghista su Facebook, può invece sorprendere l’assenza del Movimento 5 Stelle tra i principali investitori pubblicitari sul social network. Il soggetto politico lanciato da Beppe Grillo è sempre stato molto attivo in Rete. Questo attivismo non sembra però tradursi in pubblicità a pagamento su Facebook. In realtà, se si spulciano i dati rilasciati da Facebook si trovano decine di candidati 5 Stelle o di sezioni locali del movimento che hanno investito in pubblicità. Ma si tratta per lo più di inserzioni da poche centinaia di euro, lontane dalle somme dei principali esponenti degli altri partiti. Resta il fatto che, almeno a una prima osservazione, il M5S risulta il grande assente nella pubblicità elettorale su Facebook.

La "Libreria inserzioni" di Facebook

Le informazioni messe a disposizione riguardano la spesa complessiva e le singole inserzioni pubblicitarie pubblicate. Secondo le regole dell’azienda, chiunque promuova post di natura politica o su temi di importanza pubblica è tenuto a specificarlo e a dichiarare l’identità del soggetto che paga l’inserzione attraverso un disclaimer. Se questo non avviene, e Facebook si rende conto che i messaggi hanno natura politica, richiede agli interessati di provvedere alla dichiarazione. Tra i dati messi a disposizione, Facebook ha incluso anche quelli relativi a inserzioni politiche senza disclaimer, specificandolo, anche se poi quelle stesse inserzioni sono state indicate come tali. Nel computo degli investimenti presentato nei grafici abbiamo indicato questo dato, aggiungendo un asterisco.