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Salvini: M5S ha avuto reddito, ora flat tax. Di Maio: va fatta ma non deve aiutare ricchi

Politica

Il ministro dell'Interno dal Vinitaly: “Abbiamo approvato norme che non sono nel nostro Dna, pretendiamo rispetto sul tema fiscale”. Il leader pentastellato ribatte: "Sì alla misura ma aiuti il ceto medio", ma sottolinea: "quando si esce dal contratto non si passa"

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Continua senza sosta il botta e risposta polemico tra Lega e M5s, le due anime della maggioranza di governo. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, dal Vinitaly di Verona, torna a insistere per la flat tax, che vuole inserita nel Documento di economia e finanza. Per il leader della Lega "è una nostra priorità ed è nel programma di Governo". Poi l'avvertimento agli alleati: "Abbiamo votato il reddito di cittadinanza, che non è nel dna della Lega, ora pretendiamo rispetto". In serata il leader M5s Luigi Di Maio apre alla flat tax: “Si deve fare ma non deve aiutare i ricchi", sottolinea. E aggiunge: "Non c'è nessun problema al fatto che sia nel Def. Ma flat tax significa abbassamento delle tasse per ceto medio. Ci deve essere un minimo di progressività". Ma Di Maio tiene fermo un punto: “Il governo deve andare avanti, e lavora bene finché si resta nel contratto ma quando si esce dal contratto non si passa". Intanto, il premier Giuseppe Conte si fa carico di risolvere anche questa grana, in vista del varo del Def: una riunione "ci sarà lunedì e martedì il Def sarà in Consiglio dei ministri. Tutte le questioni, quindi, saranno esaminate serenamente e tranquillamente, con calma, lunedì per poi deliberare martedì". Il ministro dell'Economia Giovanni Tria resta però fermo sull'idea che la flat tax vada messa a settembre in manovra, nell'ambito di un intervento fiscale complessivo, e non subito. Salvini ha poi rilanciato anche sul tema delle pensioni. Per il vicepremier quota 100 “è l'inizio di un percorso perché l'obiettivo è quota 41”. In serata, infine, Salvini e Di Maio annunciano la volontà di chiudere tutti i campi rom.

Il M5s: "Noi leali al Contratto, la Lega meno"

Quello che si è consumato al Vinitaly è un nuovo episodio che va ad aggiungersi ai recenti contrasti tra Lega e M5S. Alle parole di Salvini era arrivata in giornata la pronta risposta del Movimento: "Noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega". Il M5s sostiene di non aver mai detto di non voler fare la flat tax "bensì abbiamo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano".

"Flat tax costa 12 miliardi"

Sul tema dei presunti "tradimenti" del contratto , il M5S aveva sottolineato che "è stata la Lega a dire che" la flat tax "costa 12 miliardi". I grillini hanno poi ricordato che "chi ha iniziato a spingere sulla castrazione chimica è stata la Lega, chi parla di leva obbligatoria è la Lega, chi presenta una legge per la libera circolazione delle armi è la Lega. E potremmo andare avanti per molto".

Il tema delle risorse

Il tema resta sempre quello delle risorse. Con il Pil vicino allo zero e 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare, il presidente del Consiglio fronteggia le accuse delle opposizioni dichiarando che il governo "farà di tutto per impedire" l'aumento dell'Iva. Il premier è convinto che nei prossimi mesi l'economia migliorerà, il quadro è fosco. Perciò tutto, anche la flat tax che è "un pilastro" del contratto di governo, va modulato in manovra tenendo "conto del quadro di finanza pubblica".

Salvini: “A maggio manifestazione sovranista a Milano”

Al Vinitaly, Salvini ha annunciato anche una “grande manifestazione delle forze sovraniste dei Paesi dell'Unione Europea” prevista per “metà maggio a Milano, in piazza Duomo”. E lo ha fatto rilanciando la sua ferma volontà di "cambiare l'Europa" con Marine Le Pen e gli altri leader della destra". A chi gli ha ricordato che queste forze politiche, con cui la Lega stringe alleanze elettorali, siano quelle che minimizzano o negano l'Olocausto, Salvini ha risposto: "Non mi interessa il passato, siamo per la democrazia e per i diritti ma l'Europa si cambia solo con chi non l'ha governata in questi anni".

La questione libica

Un accenno lo ha dedicato anche alla Libia e alla situazione internazionale: "Stiamo lavorando per la pace e il dialogo in Libia con tutte le parti in causa, direttamente o indirettamente io sono in contatto con alcuni ministri del governo però stiamo ragionando con tutti". "L'intervento armato, le bombe, i cannoni sarebbero un dramma", ha aggiunto, sottolineando di “non essere preoccupato per la questione dell'immigrazione perché ormai hanno capito che l'Italia ha finalmente iniziato a difendere i suoi confini”, ma “perché ci sono tanti italiani che stanno lavorando lì”.

"Fino al 26 maggio parlerò solo di cose da fare"

All'inizio della giornata, sempre dal Vinitaly, Salvini sembrava voler mettere un punto sui botta e risposta degli ultimi giorni con il collega vicepremier Luigi Di Maio. "Da qui al 26 maggio parlerò solo di cose da fare e mi riprometto di non rispondere a nessuna polemica", aveva detto il vicepremier per poi parlare dei suoi prossimi impegni che lo porteranno a Milano per l'inaugurazione del Salone del Mobile.