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Bimbi migranti morti ustionati su barcone, le indagini: fiamme causate da avaria al motore

Sicilia

L'incendio, secondo la ricostruzione, sarebbe divampato dal carburante caricato sull'imbarcazione dagli scafisti per affrontare il viaggio. Nel rogo, ha causa delle gravi ustioni, hanno perso la vita un bambino di un anno e una bambina di 10 mesi e altre 5 persone, tra cui una donna in gravissime condizioni, sono rimaste ferite

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È stata un'avaria al motore dell'imbarcazione a causare la scintilla che ha fatto infiammare il carburante presente sul barcone, facendo così divampare l'incendio che ha provocato la morte di due bambini, deceduti per le gravi ustioni, che viaggiavano assieme ad altre 36 persone a bordo dell'imbarcazione soccorsa ieri al largo di Lampedusa. Questa la ricostruzione fornita dagli inquirenti a seguito delle indagini della Capitaneria di porto e della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, incaricata dal procuratore capo, facente funzione, Salvatore Vella.

I soccorsi

Le fiamme, secondo la ricostruzione, sarebbero partite dal carburante caricato sull'imbarcazione dagli scafisti per affrontare il viaggio. A soccorrere il barchino, partito il 19 ottobre da Mahadia in Tunisia, è stato prima un peschereccio tunisino che ha allertato la Guardia costiera. Oltre ai due piccoli, un bimbo di un anno e una bimba di 10 mesi, già deceduti all'arrivo dei soccorritori, a bordo dell'imbarcazione erano presenti altri 5 feriti, tra cui una donna in gravissime condizioni, che sono stati trasferiti, in elisoccorso, al Centro Grandi ustioni di Palermo. Un team composto da psicologi e mediatori interculturali di Medici Senza Frontiere sta offrendo assistenza psicologica ai sopravvissuti.

Gli inquirenti procedono per le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, come avviene per ogni sbarco, e morte come conseguenza di altro reato.

I racconti dei testimoni

I poliziotti della Squadra Mobile stanno continuando a sentire le altre persone che si trovavano a bordo dell'imbarcazione. La maggior parte è ancora sotto choc e le dichiarazioni, fino ad ora acquisite, sono spesso contrastanti. Qualcuno ha anche parlato di due persone disperse. E non soltanto dunque la madre del bimbo deceduto a causa delle ustioni. Fin dai primissimi, concitati, momenti del soccorso, era emerso infatti che una donna era caduta in mare. Si tratta di racconti che vengono, naturalmente, presi con il beneficio del dubbio, mentre in mare, al largo della più grande delle isole Pelagie, vanno avanti le ricerche a riscontro anche delle informazioni acquisite. Stanno per essere ascoltati anche 4 dei 5 feriti. Anche i loro racconti serviranno per avere un quadro sempre più nitido della dinamica della tragedia registratasi ieri mattina.

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