In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Migranti, Musumeci: "Governo crea campi di concentramento"

Sicilia

"Invece di rispondere con atti concreti sull'emergenza immigrazione, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni", ha detto il presidente della Regione

Condividi:

 "Invece di rispondere con atti concreti sull'emergenza immigrazione, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente". Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Catania.

"Sono soggetto attuatore per l'emergenza Covid-19: ho il diritto e dovere di agire per ciò che avviene dentro e fuori gli hotspot? A meno che non siano zona franca, come le ambasciate. Noi ci stiamo occupando di emergenza sanitaria, non di migranti. Non ci interessa chi c'è li dentro, ma le condizioni in cui stanno queste persone. Se la competenza sanitaria è dello Stato, allora lo Stato è fuorilegge", ha rimarcato Musumeci. "Chiediamo alla gente di stare a un metro e con la mascherina, è mai possibile che in un salone stiano 700 migranti? Non mi importa se sono bianchi, neri o biondi, sono esseri umani sul territorio della mia regione e io sono soggetto attuatore per l'emergenza Covid", ha ribadito il governatore siciliano. "Non può dire con un comunicato stampa che non abbiamo competenza in materia di migranti, questo lo sapevamo già. Io agisco come soggetto attuatore per l'emergenza Covid, quindi da un punto di vista sanitario e di salute pubblica".

"Numeri sugli sbarchi impressionanti"

"I numeri sugli sbarchi in Sicilia sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7.067 migranti; a metà agosto, oltre 3 mila arrivi. Lo scorso anno nell'intero mese di agosto i migranti sono stati in totale 1.268; a luglio, 1.088", sottolinea Musumeci in conferenza stampa a Catania.

Al momento a Lampedusa sono presenti poco più di 1.200 migranti. Ieri si sono registrati tre sbarchi con 41 persone, lo stesso numero di quante ne sono state trasferite al centro d'accoglienza di Caltanissetta. Oggi il forte vento che soffia sul Canale di Sicilia rende difficoltosa la navigazione, mettendo un freno all'arrivo di piccole imbarcazioni sull'isola così come all'arrivo del traghetto, rimasto a Porto Empedocle, per il trasferimento delle persone che si trovano nell'hotspot.

"58 positivi a Lampedusa"

"C'è chi parla di codicilli, di ordinanza legittima o nulla - ha affermato il presidente della Regione in un post su Facebook -. Intanto, la notte scorsa si sono confermati 58 positivi a Lampedusa. E altri tamponi arriveranno in giornata per l'esito, al secondo controllo che ho disposto. Ulteriore dimostrazione che la mia ordinanza interviene su materia sanitaria e non sulla politica migratoria. Dal Viminale attendiamo risposte, non altro". (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)

"Pronti a rivolgerci alla magistratura"

"Il governo centrale la smetta di mostrare i muscoli e faccia il proprio dovere, che finora non ha fatto del tutto. Noi andremo avanti. No ad un politica di bassa cucina e a campagna elettorale su questa materia. Ho il dovere di tutelare la salute della gente che sta sull'isola", ha continuato Musumeci, difendendo l'ordinanza di sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza. "Aspettiamo la mezzanotte: se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla mia ordinanza non dovessero farlo a noi rimane solo una strada: rivolgerci alla magistratura. Ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che determinerebbe in un contesto di epidemia". "Se il governo dovesse impugnare l'ordinanza, fino ad ora non l'ha fatto, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune", ha detto ancora Musumeci. "Se invece il governo dovesse venire incontro alla nostra legittima richiesta può chiederci 2-5-8 giorni di tempo per ricollocare i migranti e mettere i sigilli negli hotspot e in tutti centri di accoglienza (se non lo fa lo faremo noi) dell'isola con buona pace di un certo buonismo ipocrita: cosi chiudiamo una pagina indecorosa, perché la gente non ne può più", ha proseguito. 

"Da parte nostra non c'è alcuna volontà di scontro con lo Stato centrale anche perché lo Stato siamo noi: Regione, comuni, ex province. Dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto, che abbiamo noi per le istituzioni: ad atteggiamenti improntati ad arroganza, sufficienza, superficialità o peggio ancora ai silenzi che servono a far perdere tempo per neutralizzare gli effetti del problema, noi rispondiamo con assoluta fermezza", ha sottolineato Musumeci. "Non c'è alcun pregiudizio di carattere politico, abbiamo rivendicato il diritto sacrosanto di tutelare la salute dei siciliani, di chi si trova in Sicilia, alcuni milioni di turisti e di quelle persone che vengono reclutate, concentrate e ammassate negli hotspot e nei centri di accoglienza, meglio identificati come migranti", ha aggiunto.

"Lampedusa abbandonata a se stessa"

Intanto una task-force della Regione siciliana sta verificando le condizioni igienico-sanitarie negli hotspot e nei centri di accoglienza: "Se dovessero risultare idonei verrebbe meno la nostra ordinanza, se invece sarà confermato quello che abbiamo visto più volte con i nostri occhi non si potrà consentire che in quelle strutture vengano ospitati esseri umani", ha fatto sapere Musumeci. "Lampedusa - ha concluso - è un'isola abbandonata a se stessa. E' caduto nel vuoto l'appello del sindaco Totò Martello, così come il sopralluogo del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Appelli inascoltati, tant'è che ancora oggi la dichiarazione dello 'stato d'emergenza' chiesta 2 mesi fa non c'è". 

La nota del Viminale

"La sicurezza, anche sotto il profilo sanitario, delle comunità locali è obiettivo prioritario del Viminale", ha sottolineato intanto lo stesso ministero dell'Interno riferendosi alla "forte pressione migratoria sulla Sicilia". "La gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio - si legge in una nota - richiede la proficua collaborazione tra i diversi livelli di governo e grande senso di responsabilità per dare risposte concrete alle esigenze e alle preoccupazioni manifestate dalle comunità locali". Il Viminale ricorda inoltre che da "luglio scorso sono stati trasferiti in altre regioni circa 3500 migranti sbarcati sulle coste siciliane e ospitati nei centri di accoglienza dell'isola". "Il ministero dell'Interno è da sempre direttamente impegnato - prosegue la nota - per ridurre l'impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione". Il Viminale sottolinea che "dopo aver inizialmente previsto il test sierologico per tutti i migranti arrivati, dai primi di agosto è stato introdotto obbligatoriamente l'esame del tampone rinofaringeo ed è stata attivata una apposita convenzione con la Croce rossa italiana per effettuare questo accertamento sanitario a Lampedusa ed assicurare rapide risposte". "In ogni caso, la situazione attuale - conclude il Viminale - richiede lo sforzo comune da parte di tutte le istituzioni secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, che si ritiene oggi più che mai indispensabile".