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Polemica vaccini in Lombardia, fonti Lega: "Frasi di Gallera non rappresentano la Giunta"

Lombardia

"Le dichiarazioni dell'assessore non sono state condivise. Non possono comunque essere strumentalizzate dal governo Conte per accusare la Lombardia di ritardi nella campagna vaccinale", spiegano fonti anonime

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"Le dichiarazioni dell'assessore Gallera non sono state condivise e non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia. Non possono comunque essere strumentalizzate dal governo Conte per accusare la Lombardia di ritardi nella campagna vaccinale". Così fonti della Lega commentano le affermazioni rese al quotidiano La Stampa dall’assessore al Welfare lombardo. Frasi ribadite in un comunicato della Regione diffuso ieri in cui l'assessore Gallera aveva spiegato che la campagna vaccinale partirà in Lombardia dal 4 gennaio con "una scelta ponderata e attenta, motivata anche dal fatto che nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che dal mese di febbraio, come in nessun altra regione italiana, è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

 

Le dichiarazioni

Dopo le critiche all’andamento della campagna vaccinale in Lombardia, che vede la regione tra le ultime nella classifica italiana con solo 2.446 vaccinazioni effettuate al 31 dicembre, Gallera ha spiegato: "Ci avevano detto che i vaccini sarebbero arrivati a metà gennaio, poi il 4 gennaio. E noi ci siamo organizzati per quella data. Solo nelle strutture sanitarie pubbliche ci sono 120mila dipendenti”, ha sottolineato. “Il 31 era l'ultimo giorno dell'anno, poi ci sarebbero stati tre giorni di festa. Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate, non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa". Ma "assicuro tutti che faremo in tempo, nei tempi previsti. La vaccinazione è una priorità. E il 17 gennaio iniziamo con i richiami per chi ha avuto una prima somministrazione". Prima i sanitari, ha continuato Gallera, "ma non tutto il personale di un reparto. Non possiamo correre il rischio di bloccare una struttura se ci fosse qualche reazione allergica". 

Nella stessa intervista l'assessore ha definito "agghiacciante" la classifica delle regioni che finora hanno vaccinato più persone, "per non parlare di quelle regioni che hanno fatto la corsa per dimostrare di essere più brave di chissà chi. Noi siamo una regione seria. Partiamo domani con 6000 vaccinazioni al giorno nei 65 hub regionali. I conti facciamoli tra 15 o 20 giorni", ha concluso. In Lombardia al 31 dicembre è stato effettuato il 3% dei primi 80mila vaccini a disposizione. Nel Lazio, con 22.225 vaccinati, la percentuale è al 48,5%.

Il capogruppo Lega Roberto Anelli: "Scuse ingiustificabili"

"Non sta né in cielo né in terra la scusante dei medici in ferie. Non possiamo ritardare le vaccinazioni con una giustificazione simile", ha aggiunto il capogruppo della Lega in Regione Lombardia, Roberto Anelli, commentando le dichiarazioni rilasciate dall'assessore Gallera.

Le reazioni della politica

Non mancano le critiche alla presa di distanze delle Lega. "Non meglio specificate fonti della Lega, scaricano per l'ennesima volta l'assessore alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera. Lo fanno dopo che lo stesso, investito dalle critiche per il bassissimo livello di vaccinazioni effettuate nei primi giorni della campagna vaccinale, che pone la Lombardia in fondo alla classifica italiana, ha replicato arrampicandosi sui vetri", dice il deputato dem Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera. "Sta di fatto che sfiduciare l'assessore che per i lombardi ricopre il ruolo più importante in questa fase, per di più con una dichiarazione anonima, rende ancora più paradossale e confusa la situazione. La Lega sia chiara, stanno scaricando Gallera?", conclude.

"La Lega fa sapere che Gallera non rappresenta il governo della Regione Lombardia. Finalmente lo dice anche la Lega: Gallera dimettiti!", esorta, in un tweet, la deputata dem Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera.