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Serra Ferdinandea, azienda agricola biodinamica a Menfi davanti alla leggendaria isola

Lifestyle

Nicoletta Di Feo

Per la nuova puntata di FLASH siamo andati a visitare l'azienda agricola Serra Ferdinandea, impresa visionaria della famiglia Planeta e Oddo ed esempio di agricoltura biodinamica nella campagna di Menfi

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Cecilia Carbone preferisce definirla organismo agricolo. Perché, ci spiega la responsabile del progetto Serra Ferdinandea nonché esperta in biodiversità, “in essa convivono diversi elementi: elementi di coltura (come il grano, i ceci, il riposo da maggese); elementi animali e chiaramente l’elemento umano che fa si che tutto questo possa realizzarsi.”

La tenuta di Serra Ferdinandea è davvero un posto speciale. A cavallo di una sella, da una parte il mare e dall’altra un lago, e due venti che si incontrano nel mezzo e che rendono l’agricoltura, facile. Il tutto nel rispetto assoluto della terra, in nome del principio dell’agricoltura biodinamica.

Un’impresa visionaria che vede coinvolte la famiglia siciliana Planeta e la famiglia francese Oddo.

“Serra Ferdinandea nasce dalla visione di queste due famiglie, ma anche dal desiderio di raccontare la potenza naturale della Sicilia, rispettata e lasciata per quello che è”, ci spiega Cecilia.

110 ettari di macchia mediterranea, vitigni e boschi, davanti il tratto di mare tra Sciacca e Menfi. A sei metri sotto il livello dell’acqua la leggendaria e ora scomparsa isola ferdinandea.

 

La leggenda dell’Isola Ferdinandea

Il fascino di questa tenuta sta anche nel nome legato al mito dell’Isola Ferdinandea, che apparve e scomparve in meno di un anno, prendendosi gioco di chi se la contendeva.

“L’Isola Ferdinandea è un’isola che nel 1831 appare per scomparire dopo qualche mese a causa di moti vulcanici”, ci racconta la responsabile del progetto di Serra Ferdinandea. “La storia narra che gli ultimi due popoli che si sono confrontati per accaparrarsi questo pezzo di terra estremamente strategico sono stati siciliani e francesi, come siciliana e francese sono le due famiglie che oggi sono coinvolte in questo progetto.”

 

L’agricoltura biodinamica

“L’agricoltura biodinamica è un grande contenitore di rispetto”, continua Cecilia Carbone. “Quando siamo arrivati qui questo luogo non era stato toccato da alcun tipo di agricoltura da 300 anni. Perciò siamo intervenuti in punta di piedi attraverso un progetto in biodinamica, ossia tante colture che collaborano insieme e un sistema agricolo di estremo rispetto nei confronti della parte organica del suolo.”

 

Ne è un esempio la coltivazione a ‘serra’ o a ‘sella’, sistema collinare tra due formazioni montuose rocciose, prevalentemente calcaree. 

 

“Ci siamo trovati", prosegue Cecilia, "in un posto unico nel suo genere, a cavallo appunto di una sella che si affaccia sul mare e sul lago ed è aiutata moltissimo dall’unione di due venti che formano un microclima particolare.”

 

Un microclima perfetto non solo per il vino.

I vigneti sono incastonati nei 50 ettari di foresta mediterranea, 10 ettari sono destinati alla coltura dei ceci, dei fichi bianchi e del grano Perciasacchi. Ci sono circa 50 arnie per l’ape nera sicula e nel territorio pascolano diversi capi di bovini allo stato brado.

 

“Siamo ripartiti”, ci spiega Cecilia, “da quello che era il principio dell’agricoltura una volta e cioè quello di avere una tavola che possa essere varia e una tavola i cui proventi possano essere eventualmente venduti. Noi siamo semplicemente andati a realizzare con il grano semola e farina, e quindi pasta e farina per panificati; e poi i ceci che teniamo interi o in farina e che fanno la parte proteica; il miele che è la parte zuccherina e anche fermentativa; e il vino che suggella il tutto.”

 

Anche il vino, naturalmente, è in biodinamica. 

Ci racconta Calogero Riportella, enologo di Serra Ferdinandea: “Il vino biodinamico è un ‘espressione di territorio’, una ricerca dell’originalità e dell’unicità che può dare una singola vigna piantata in un singolo posto, e poi accompagnata in cantina da tutto il team, a partire dai vendemmiatori fino – appunto - all’enologo, cercando di salvaguardare il più possibile ciò che l’uva ha originariamente.”

 

Un grande senso di responsabilità

Un lavoro ma anche una missione, chiediamo infine, perché in quello che fate qui a Serra Ferdinandea c’è anche una buona dose di responsabilità…

“È un modo per raccontare che l’agricoltura fa parte della nostra vita, non è semplicemente un lavoro. E’ far parte effettivamente in maniera rispettosa e organica di quello che ci circonda e per farlo dobbiamo assicurarci che gli animali come le vacche, le api e tutte le nostre coltivazioni possano convivere e aiutarsi l’un l’altro per permettere di non andare a consumo ma rigenerarsi.”

 

Le etichette di Serra Ferdinandea

In questo luogo ricco di fascino i Planeta e i francesi Oddo hanno impiantato in regime biodinamico uve Grillo, Sauvignon Blanc, Syrah e Nero d’Avola, di fronte alla leggendaria e oggi scomparsa Isola Ferdinandea. Ne sono nati tre vini, tutti

blend italo-francesi: un bianco, un rosso e un rosé.