I libri da regalare a Natale: 3 titoli da non perdere

Spettacolo

Filippo Maria Battaglia

IL LIBRO DELLA SETTIMANA - SPECIALE NATALE Cercate un libro da mettere sotto l'albero e volete evitare di comprare il solito bestseller? Ecco qualche suggerimento da tenere a mente

Centosessanta: a tanto ammontano i libri pubblicati ogni giorno mediamente in Italia. Se avete deciso di regalarne uno a Natale e non avete voglia di scegliere solo sulla base delle classifiche dei libri più venduti, ecco tre titoli che potrebbero fare al caso vostro (qui invece i saggi consigliati).

Un romanzo storico

Se cercate i romanzi storici c’è un libro che potrebbe essere adatto a voi. Si intitola “Una questione di tempo”, l’ha scritto uno dei narratori tedeschi contemporanei più noti (Alex Capus) ed è ambientato durante la prima guerra mondiale. L’editore Keller l’ha mandato in libreria con la traduzione di Franco Felice (pp. 304, euro 17). Trecento pagine molto auliche con protagonisti tre operai finiti schiacciati (come molti altri) sotto il giogo di una guerra che nessuno vuole. Occhio, però: per apprezzarlo dovete amare i toni lirici. Un esempio? Ecco l’incipit: “Accecato e in preda al delirio dello sfinimento, Anton Rüter si arrampicò su per la massicciata della ferrovia verso la quale si era incamminato fin dall’alba. Serpenti e sauri strisciavano sibilando tra i ciuffi d’erba dura della savana, alto sopra di lui il sole era rovente, e alle sue spalle si estendevano le montagne e gli altipiani dell’Africa orientale”.

La rotta della disperazione

Dodici chilometri è la distanza che separa Claviere, l’ultimo paese italiano prima del confine francese, dalla cittadina di Briançon, attraverso il passo del Monginevro. Quella distanza è al centro di un libro firmato da Maurizio Passotti e intitolato appunto “Ancora dodici chilometri” (Bollati Boringhieri, euro 16, pp. 281). Non è un propriamente saggio e purtroppo non è neanche un romanzo, ma merita certamente una segnalazione. Con un timbro nitido Passotti racconta la storia di donne e uomini in carne e ossa, restituendo un’umanità disperata ma senza mai attingere alla retorica. Come quando incrocia la vita di Derman, 29 anni, del Togo, che “aveva superato il campo da golf, la frontiera presidiata dalla gendarmeria, il paese del Monginevro silenzioso, le piste da sci e gli ultimi nottambuli che uscivano dalle discoteche”, ma che “non è riuscito a superare il freddo polare che piano piano lo ha stroncato, portandolo ad accucciarsi come un animale ferito in un cantuccio”.

Una riscoperta

Volete scegliere una riscoperta? Il titolo giusto è “Un altro tamburo” di William Melvin Kelley (Nn editore, trad. M. Testa, pp. 246, euro 19). Ambientato nell’ultimo scorcio degli anni Cinquanta, racconta la storia immaginaria di Tucker Caliban, uno che ha “qualcosa di speciale nel sangue” e che lavora nella piantagione della famiglia Willson, come suo padre e i suoi antenati africani. Un giorno Tucker decide di dare fuoco alla propria casa, uccidere il bestiame e spargere sale sul proprio raccolto. È l’inizio di una ribellione che coinvolgerà tutti i neri di questo stato immaginario. Scritto nel 1962, quello di William Melvin Kelley è un romanzo bruciante che trasuda l’odore acre e liberatorio del momento più aspro della lotta per i diritti civili. Perfetto per chi ama le storie epiche.

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