Giorgio Armani, a Tokyo la prima sfilata Cruise Uomo e Donna

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

L’evento in occasione della riapertura della rinnovata Ginza Tower, il concept store inaugurato nel 2007 e diventato uno dei principali punti di riferimento architettonici della zona

La prima volta fu nel 1982 in occasione del conferimento di un importante riconoscimento. Allora del Giappone non conosceva nulla. Fu Karl Lagerfeld a fargli da mentore, ad insegnargli persino a tenere le bacchette. Però capì subito che quel Paese avrebbe potuto significare molto per lui. Quello di Giorgio Armani per il Giappone è infatti un amore profondo, un legame che oggi lo riporta a Tokyo per un evento importante. In occasione della riapertura della rinnovata Ginza Tower, il concept store inaugurato nel 2007 e diventato uno dei principali punti di riferimento architettonici della zona, Giorgio Armani porta in passerella per la prima volta le collezioni Cruise Uomo e Donna. E lo fa con una sfilata speciale al Museo Nazionale di Tokyo, tra i più importanti al mondo. Tra gli ospiti anche Uma Thurman e Tadao Ando, l’archistar giapponese dell’Armani/Teatro, molto vicino all’estetica dello stilista.

Giorgio Armani e l’amore per il Giappone

L’influenza del Giappone su Giorgio Armani risale a molti anni fa. Precisamente agli anni ’80 quando presentò una collezione dedicata al Paese del Sol Levante. Una fascinazione poi consacrata con le sfilate Armani Privé fino ad arrivare al 2018 con gli elegantissimi samurai protagonisti della sfilata uomo Emporio Armani intitolata, appunto, “Dialogando con il Giappone di un tempo”.

Una collezione emblema della donna giapponese

Quella ospitata ora a Tokyo nel suggestivo edificio Hyokeikan, il cui nome significa ‘congratulazioni’, è una collezione internazionale pur diventando di fatto emblema della donna giapponese, elegante per natura, nei gesti, nei modi, nella dolcezza dello sguardo. 
I toni sono neutri, si parte dal caffè, il nuovo ‘grège’ Armani, per passare al beige, al blu fino ad accendersi nel rosso. Le linee sono morbide, in un dialogo naturale tra corpo e vestito: tessuti che accarezzano la silhouette nella donna e scolpiscono il corpo maschile. Il dna Armani è evidente ma in modo più libero, meno legato ai cliché. E’ una collezione moderna, disinvolta, con un’attitudine più rilassata.

Un popolo rimasto fedele alla sua storia

E soprattutto è una collezione pensata per il mercato e per questo ben radicata nella realtà perché i vestiti, come Giorgio Armani insegna da tempo, vanno indossati, non ammirati in fotografia. Il segreto del suo successo, ci ha confessato lo stilista, è sfiorare la provocazione per poi far subito marcia indietro, creare innovandosi pur rimanendo se stessi. Un pensiero molto vicino al Giappone, di cui lo stilista ammira non solo lo stile ma anche la cultura: quella di un popolo che è rimasto fedele alla sua storia pur nella sua straordinaria modernità. Il nome della nuova Cruise 2020, del resto, non è a caso: ‘Isola’, isola Giappone e isola Armani. Un’insularità che non significa però isolamento ma consapevolezza del proprio valore. Quella consapevolezza che a fine sfilata porta Giorgio Armani a percorrere trionfalmente tutta la passerella guadagnandosi anche una standing ovation. Per lui c’è qualcosa che va aldilà della semplice ammirazione, è affetto e riconoscenza per aver contribuito a rendere grande l’Italia nel mondo.

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