Carovita, salari giù nonostante aiuti anti-inflazione
EconomiaL'aggiustamento dei conti pubblici a cui il nostro Paese è chiamato per rispettare le regole Ue di bilancio è in parte la conseguenza dei massici aiuti pubblici distribuiti per l'emergenza Covid e per attutire gli effetti dell'inflazione. Difficile dire se questi sostegni abbiano compensato la perdita di potere d'acquisto subita dagli italiani, che - come evidenziato dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio - hanno visto i loro stipendi diminuire in termini reali, cioé tenuto conto della corsa dei prezzi
L’aumento in busta paga c’è stato ma molto meno di quanto abbia corso l’inflazione. Negli ultimi dieci anni nel nostro Paese i salari sono sì cresciuti ma l'incremento dei prezzi ha rosicchiato il loro valore reale, cioè la capacità che abbiamo con gli stessi soldi in tasca di fare la spesa e comprare ogni altra cosa.
In Italia stipendi più bassi della media dell'Area Euro
Il risultato è – spiega l’Ufficio Parlamentare di Bilancio – che non solo abbiamo stipendi più bassi rispetto alla media dell’Eurozona ma anche che le paghe degli italiani in dieci anni sono diminuite: sempre tenuto conto del carovita i redditi pro capite si sono quindi ridotti.
L'impatto dell'inflazione: l'analisi dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio
A questa faccia della medaglia fanno da contraltare i massici aiuti di Stato per contenere l’inflazione. Nel biennio 2022-2023, calcola l'organismo di controllo dei conti pubblici nella sua relazione annuale, sono stati distribuiti poco più di 100 miliardi di euro. Denari spesi per una serie di misure, come quella per alleggerire il costo delle bollette di luce e gas a famiglie e imprese o lo sconto per il pieno al distributore di benzina o - ancora - per alzare gli assegni ai pensionati.
Il debito pubblico è schizzato in alto
Quattrini che, secondo l’istituto guidato da Lilia Cavallari, hanno permesso una ripresa rapida dell’economia ma che, contrariamente a quanto raccomandato dall’Europa, non sono sempre stati riservati a chi ne aveva più bisogno. Difficile quindi stabilire se la perdita della ricchezza dovuta all’inflazione sia stata compensata dai sostegni pubblici, mentre è certo che a causa di politiche di questo tipo il debito sia schizzato in alto, obbligando l’Italia a dover stringere la cinghia nel futuro prossimo.
Una zavorra sui conti pubblici
Da considerare, inoltre, che già prima erano stati aperti i cordoni della borsa, con i circa 180 miliardi di aiuti per l’emergenza Covid, tra i quali il superbonus edilizio – prorogato anche quando la crisi sanitaria era finita – che continuerà a zavorrare i nostri bilanci ancora per anni.